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Pubblicato il 20/08/2016

TATUAGGI: IN FORTE CRESCITA QUANDO LA SOCIETA’ OMOLOGA

 L’ uomo, sin dai primordi  si è  tatuato, in tutti i continenti ein ogni civiltà. Sono stati trivati tatuaggi sulle mummie di Egitto e Siberia  e la stessa parola  origina dalle antiche culture della Polinesia (tatau).

Le grandi religioni monoteiste hanno cercato di frenare l’uso dei tatuaggi, a partire dalla Bibbia (Lev. 19, 28). Sia il cristianesimo che l’islamismo vietano quelli permanenti, pur consentendo piccole pitture temporanee per motivi rituali. In tutte le società “sacrali”, l’uso del tatuaggio, anche se non si estinse, fu limitato fortemente, in India come in Cina.

In Europa  aumentò  dopo la scoperta dell’America, dove gli indigeni   usavano  fregiarsi con inchiostri colorati.  Winston Churchill aveva un’áncora disegnata sull’avanbraccio e Franklin Delano Roosevelt portava inciso sul petto l’emblema araldico della sua famiglia.

Il tatuaggio , per alcuni attribuisce un’identità, talvolta anche negativa, come nei  simboli che i criminali usanp per “certificare” il passaggio in carcere.

A partire dal 1950  la moda è esplosa ,  a partire dalla contestazione culturale in occidente negli anni Sessanta.

Oggi la maggiore diffusione del tatuaggio riguarda personaggi pubblici : sportivi, cantanti, attori, che spesso si ricoprono di segni in tutto il corpo. Oppure si stampano  in luoghi erotici, come la farfalla esibita a Sanremo da una ninfetta analfabeta. Si  fanno tatuare , ovviamente,  anche le persone di ogni condizione sociale. Un po’ per  appartenenza a gruppi o corpi armati o  per piacere personale,  un po’ per emulazione,  un pà per  emergere dall’anonimato

A Napoli migliaia di giovani mostravano il tatuaggio con il gol in rovesciata di Higuain; ora, dopo il tradimento del bomber, si trovano nei guai, vogliono cancellarlo a colpi di laser e mille euro

In quella città molti laboratori   si sono offerti per toglierli gratuitamente.  Il tatuaggio è anche  affari , visto che  Il budget complessivo di questa attività è rilevante.  Body piercing  e incisioni  dei capelli si associano spesso  al tatuaggio  in molte parti del corpo (labbro, lingua, naso, orecchie, seno, ombelico, pene, vagina).

Oggi, la società  vive  di  narcisismo, èerchè si sente isolata  e spersonalizzata e  cerca un’identità e una ” divisa” di qualche “branco”, fosse anche criminale e fosse anche dannosa, deturpante e irreversibile anche quiando ci si pente,

Nel 60 per cento  dei casi   i portatori di tatuaggi sono pentiti e vorrebbero cancellarli.

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C’è chi vuole essere “qualcosa”  anche con il piercing, con  i colori selvaggi dei capelli e con l’accostamento irriverente di abiti un tempo incompatibili  cone pezzi di uniforme militare su abiti da straccione. Tutto serve a  (ri) conquistare un’identità perduta  E  a mostrarla.

Anche il revival del tatuaggio è una riprova che vi sono nell’inconscio collettivo (Jung) degli archetipi religiosi perenni che l’uomo di ogni epoca ha bisogno di testimoniare. Per millenni il tatuaggio e il piercing sono stati usanze sacre, collegate ai riti, soprattutto quelli di passaggio (Van Gennep).

Anche nella nostra società secolarizzata essi non solo non scompaiono, ma riemergono potenti, sia pure nella forma di un “camuffamento” e di una “degradazione” del mito (Eliade). Il sacro è divenuto consumo, il soprannaturale quotidianità, il rito industria culturale, il religioso gioco e divertimento.

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