CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 14/09/2015

TECNOLOGIA ITALIANA IN PARTENZA PER MARTE

sopra e sotto: una ricostruzione delle fasi di atterraggio di “exomars”, la capsula che contiene tecnologia italiana per prelevare campioni sul terreno del pianeta Marte
exxomars

PARMA- L’Italia sta per andare su Marte. A portarcela sarà l’azienda Tecnomare ( 100% Eni), all’interno di un progetto coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana e denominato ExoMars. L’azienda ha già portato l’ingegneria italiana sulla cometa Rosetta al termine di un viaggio lunghissimo ed al fine di compiere una sessione di lavoro estremamente complessa.

La missione marziana sarà divisa in due fasi: nella prima, a gennaio 2016, «una sonda resterà nell’orbita di Marte per indagare la presenza di metano e altri gas presenti nell’atmosfera, possibili indizi di una presenza di vita attiva, mentre un modulo (EDM), contenente la stazione meteo (Dreams) ed altri strumenti, atterrerà sulpianeta: la seconda fase, prevista per il maggio 2018, prevede l’atterraggio su Marte di un rover capace di agire autonomamente e dotato di strumenti per penetrare ed analizzare il suolo.

Il veicolo che atterrerà su Marte è denominato Schiaparelli in omaggio all’astronomo saviglianese; è sviluppato con tecnologie Eni. ExoMars dovrà atterrare, identificare l’area per le perforazioni e iniziare il proprio lavoro. Il braccio meccanico è modulare e tale da arrivare ad una profondità massima pari a 2 metri.
I test effettuati sulla Terra hanno simulato le condizioni di lavoro marziane, portando i meccanismi sotto stress
L’unità Schiaparelli (240 cm di diametro per 600 Kg di peso, con struttura in alluminio e fibra di carbonio) arriverà su Marte al termine di un viaggio di 9 mesi. Un paracadute speciale contribuirà a rallentare il modulo, il quale attiverà infine uno speciale sistema di atterraggio basato su propulsori per arrivare al suolo senza danni per le attrezzature trasportate.

La prima spedizione ExoMars 2016 avrà lo scopo di analizzare l’atmosfera marziana in cerca di metano: il gas è infatti indizio di metabolismo. La seconda spedizione, ExoMars 2018, avrà invece lo scopo di cercare tracce in profondità. Quest’ultima fase del progetto sarà utile anche a simulare l’atterraggio sul pianeta, fornendo così importante conoscenza per la buona riuscita del successivo arrivo del veicolo terrestre.

ExoMars_Rover-720x340
Una volta effettuato l’atterraggio, gli spostamenti saranno stabiliti in base ad una scelta basata sulla statistica e sull’analisi ravvicinata del contesto: una serie di strumentazioni di bordo misurerà i parametri del terreno circostante e si deciderà così dove avviare le perforazioni.

Perché andare su Marte?

In nessun caso la ricerca è completamente fine a sé stessa: lo sono i fini, ma non gli strumenti per finanziarla e portarne avanti i pesantissimi investimenti. Le interpolazioni venutesi a creare attorno a progetti di questo tipo hanno perà una ricaduta diretta sulle attività delle aziende interessate, il che offre alle missioni spaziali un interesse fondamentale, fatto di sperimentazioni e alta ingegneria. Nel caso di Eni, il lavoro compiuto su Rosetta ed all’interno di ExoMars diventano know-how aziendale prestigioso, sfruttato in progetti quali Clean Sea o nello sviluppo di nuove tecnologie di perforazione.


Per Eni il settore Ricerca e Sviluppo (R&D) rappresenta un investimento, non un costo. Lo dimostra il fatto che il valore generato nell’anno equivale a 4-5 volte la spesa sostenuta. La produzione di idrocarburi localizzati in aree di frontiera tecnologica (acque profonde, zone artiche, strutture geologiche com­plesse e aree sensibili) rappresenta un forte stimolo per l’industria petrolifera ad ampliare il proprio portafoglio tecnologico. È pertanto cruciale essere in grado di esplorare e sviluppare in modo efficace e sostenibile le aree di frontiera, come le acque profonde e ultra-profonde (deep e ultra-deep water), generalmente caratterizzate da condizioni geologiche e ambientali sfidanti.

Andare su Marte è un obiettivo di altissimo profilo, con grande valenza sociale e scientifica. Le aziende che vi si impegnano debbono assorbire forti investimenti con ricadute di lunghissimo periodo, ma la cui eccellenza ricompensa ampiamente lo sforzo compiuto. Il fatto che su Schiaparelli ci sia una forte impronta italiana è pertanto un motivo d’orgoglio che va ben oltre la sola computazione economica o di opportunità: c’è un significato alto che sfugge a qualsiasi calcolo, ma che non può sfuggire alle valutazioni più profonde e ampie sull’operazione. Perché racconta un’Italia fatta di eccellenze. Un’Italia che, soprattutto, sa ancora sognare.

Leggi anche