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Pubblicato il 27/03/2017

SLOVENIA 25 MARZO 1944 : 12 CARABINIERI TORTURATI E TRUCIDATI CRUDELMENTE DAI TITINI- LI RICORDA IL GENERALE DEL SETTE

Dino Perpignano, vice brigadiere, comandante, di Sommacampagna (Verona), nato il 21 agosto 1921 – Primo Amenici, di Santa Margherita d’Adige (Padova), nato il 5 settembre 1905 – Domenico Dal Vecchio, di Refrontolo (Treviso, nato il 18 ottobre 1924) – Fernando Ferretti, di San Martino in Rio (Reggio Emilia), nato il 4 luglio 1920 – Lindo Bertogli, di Càsola di Montefiorino (Modena), nato il 19 marzo 1921 – Michele Castellano, di Rocchetta Sant’Antonio (Foggia), nato l’11 novembre 1910 – Attilio Franzan, di Isola Vicentina (Vicenza) nato il 9 ottobre 1913 – Rodolfo Colzi, di Signa (Firenze), nato il 3 febbraio 1920 – Adelmino Zilio, di Prozzolo di Camponogara (Venezia), nato il 15 giugno 1921 – Pasquale Ruggiero, di Airola (Benevento), nato il 11 febbraio 1924 – Pietro Tognazzo, di Pontevigodarzere (Padova), nato il 30 giugno 1912– Antonio Ferro, di Rosolina (Rovigo), nato il 16 febbraio 1923.

TARVISIO (Udine) – L’Arma dei Carabinieri e la comunità di Tarvisio hanno reso omaggio ai 12 carabinieri trucidati il 25 marzo 1944 a Malga Bala, decorati di medaglia d’oro al merito civile alla memoria. La cerimonia commemorativa, nel 73° dell’anniversario è avvenuta sabato 25 marzo, alle 10.30, con la messa nella chiesa dei santi Pietro e Paolo di Tarvisio, concelebrata dal cappellano militare della legione e dal parroco di Tarvisio.

Al termine il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, il generale di corpo d’armata Tullio Del Sette, ha deposto una corona d’alloro nel tempietto che sorge dietro la chiesa, dove sono custoditi i resti di 7 dei 12 caduti; gli altri, nel tempo, sono stati traslati e tumulati nei paesi di origine. Un picchetto di carabinieri in grande uniforme ha reso gli onori ai Caduti al suono del Silenzio d’ordinanza.

Oltre ai Familiari, c’erano il comandante interregionale Carabinieri “Vittorio Veneto”, generale di corpo d’armata Aldo Visone, il comandante della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia, generale di brigata Vincenzo Procacci, le più alte cariche istituzionali della Regione, i sindaci della Comunità montana Valcanale e Canal del Ferro, i rappresentanti delle sezioni dell’Associazione nazionale Carabinieri della provincia di Udine e quelli delle altre Forze Armate e di polizia.

Le vittime dell’eccidio
I Carabinieri trucidati erano in servizio nel posto fisso di Bretto Inferiore, oggi in Slovenia, per la vigilanza e la protezione della locale centrale idroelettrica, che, più volte sabotata, riforniva di energia tutta la popolazione della zona di Cave di Predil, in provincia di Udine.

Il 23 marzo del 1944 i carabinieri furono catturati da partigiani slavi che, a tappe forzate, li condussero sull’altopiano di Malga Bala. Imprigionati all’interno di un casolare, i militari subirono atroci torture prima di venire barbaramente trucidati due giorni dopo. Alla loro memoria, il 27 marzo 2009, il presidente della Repubblica ha conferito la medaglie d’oro al merito civile.

Dopo averli nutriti con soda caustica e veleno durante la prima notte del trasferimento in quota , iniziò la mattanza fatta da animali
Giunti in Malga, i Carabinieri furono rinchiusi nella stanzetta della stagionatura dei formaggi e, uno alla volta, spogliati, accaprettati con filo di ferro, costretti nel piccolo cucinino della Malga e affrontati col piccone. Il comandante Perpignano intanto era stato uncinato a testa in giù a una trave della stanza e preso continuamente a calci nella testa, con le formiche attratte dal sangue che cercavano un pasto finalmente appagante. Sventrati, evirati, maciullati, singolarmente, subito dopo Lojs Kravanja e Bepi Flais tiravano il corpo maciullato del malcapitato fin sotto un grosso sasso nelle vicinanze e la mattanza ricominciava con un nuovo prigioniero.

DAL SITO DELL’ARMA
La mattina successiva (25 marzo) venne fatto percorrere ai prigionieri l’ultimo tratto di strada che li separava dal luogo della mattanza, un casolare sito su un pianoro, malga Bala appunto, dove:
– il Vicebrigadiere PERPIGNANO venne arpionato ad un calcagno con un uncino, appeso a testa in giù e costretto a vedere la fine dei propri dipendenti; verrà finito a pedate in testa;
– gli altri militari vennero sterminati barbaramente, dopo essere stati incaprettati con filo di ferro, legato anche ai testicoli, così che i movimenti parossistici sotto i colpi di piccone amplificassero il dolore; ad alcuni furono tagliati i genitali e conficcati loro in bocca; ad altri vennero sbriciolati gli occhi; ad altri ancora venne poi sventrato il cuore a picconate; in particolare, al Car. AMENICI venne infilata nel petto la foto dei figli.

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