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Pubblicato il 08/04/2016

VENDE “VELINE” DEL TRIBUNALE MILITARE : DENUNCIATO PER RICETTAZIONE

La Stampa (Ed. Novara)
sezione: Novara data: 08/04/2016 – pag: 40

“Ha offerto su internet documenti della guerra rubati in una caserma”

NOVARA- Le avevano trovate a casa di un filatelico appassionato di reperti storici: una ventina di «veline», ovvero carte militari riservate e risalenti alla seconda guerra mondiale, di difficile stima economica. C’erano comunicati relativi alle punizioni dei soldati, i ricercati, le attività: documenti appartenenti al demanio, che quindi non potevano stare a casa di un privato.

«Li ho acquistati su E-Bay partecipando a un’asta on line» aveva detto nel 2011 l’antiquario residente nel Pavese confuso dal clamore nato attorno ai quei pochi fogli, con tanto di intervento della Soprintendenza regionale. Poi scoprirà che quei documenti storici erano stati rubati, probabilmente assieme a tanti altri anche a tema ecclesiastico, al vecchio tribunale militare di Torino. Per quel furto, all’epoca, era stato anche istruito un processo contro un maresciallo dell’esercito che aveva ammesso le proprie responsabilità.

Le indagini sull’account del venditore, che sul sito si presentava come «White», avevano portato a Novara. Era intestato a una pensionata di 81 anni. Una copertura dietro cui, come confermarono gli accertamenti sul conto corrente in cui confluirono i soldi dell’asta, c’era il figlio, Marco Novarese, 52 anni, ora a processo per ricettazione. Possedeva e ha poi venduto le veline trafugate dal tribunale militare. «Sapeva che la merce era di provenienza illecita» secondo il pm Donatella Ricci, che ieri ha chiesto la condanna a 4 mesi di reclusione.
«Scovati in un mercatino»
Novarese, difeso dall’avvocato Teresa Bizzozero, nega gli addebiti. Anche lui, come il filatelico pavese, sostiene di aver comprato i fogli militari in qualche mercatino, amando i reperti storici. Una passione condivisa da molti dei navigatore in rete, collezionisti e antiquari. Come è stato spiegato durante il processo, nel passaggio post bellico dalla Repubblica sociale a quella italiana, si erano persi quintali di scatole di documenti. Alcuni erano rimasti per anni negli armadi delle caserme. Per la difesa non c’è la prova che i documenti venduti da Novarese fossero gli stessi sequestrati al maresciallo nel 2009: «Se così fosse, come faceva il mio assistito ad averne la disponibilità nel 2010 e rivenderli?». Sentenza a maggio. [m. ben.]

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