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Pubblicato il 08/02/2016

VITERBO : I PARACADUTISTI RICORDANO I MARTIRI DELLE FOIBE

 

 

 

Parma- In molte città d’Italia i Paracadutisti ricorderanno i Martiri delle Foibe e noi di congedatifolgore.com ne daremo conto.

 
La prima in ordine di tempo è stata la sezione ANPDI DI VITERBO. Ecco il loro articolo:

VITERBO- Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’ Istria che fra il 1943 e il 1947 sono gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani.
La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell’armistizio dell 8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone. Li considerano ‘nemici del popolo. La violenza aumenta nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l’Istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Lo racconta Graziano Udovisi, l’unica vittima del terrore titino che riuscì ad uscire da una foiba. È una carneficina che testimonia l’odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l’italia e la Jugoslavia. Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce.
Nel febbraio del 1947 l’Italia ratifica il trattato di pace che pone fine alla Seconda guerra mondiale: l’ Istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia. Trecentocinquantamila persone si trasformano in esuli. Scappano dal terrore, non hanno nulla, sono bocche da sfamare che non trovano in Italia una grande accoglienza. La sinistra italiana li ignora: non suscita solidarietà chi sta fuggendo dalla Jugoslavia, da un paese comunista alleato dell’ URSS, in cui si è realizzato il sogno del socialismo reale. La vicinanza ideologica con Tito è, del resto, la ragione per cui il PCI non affronta il dramma, appena concluso, degli infoibati. Ma non è solo il PCI a lasciar cadere l’argomento nel disinteresse.
Per quasi cinquant’anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. È una ferita ancora aperta ‘perché è stata ignorata per molto tempo. Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha dedicato la giornata del ricordo ai morti nelle foibe dando inizio l’elaborazione di una delle pagine più angoscianti della nostra storia.

Oggi ( ieri per chi legge, ndr) a Viterbo nei pressi del cippo dedicato al primo dei caduti Viterbesi, i paracadutisti, uniti ad altre Associazioni combattentistiche e tanti cittadini viterbesi, celebra l’anniversario dell’eccidio delle Foibe.
ANPd’I Sez. Viterbo

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