CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 27/10/2022

A PROCESSO DUE MILITARI PER PROMESSE DI ARRUOLAMENTO

Imperia. Si è svolta il 26 Ottobre davanti al gup del Tribunale di Imperia l’udienza preliminare dell’inchiesta che mira a far luce su due episodi di promesse di arruolamento


I fatti. La prima vicenda risale all’ottobre del 2017 quando nel registro degli indagati, con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità, finirono: S.M., 29 anni, volontario in ferma prefissata all’epoca in servizio in provincia di Imperia e G.P., 43 anni, all’epoca sottocapo della Marina Militare in servizio a Roma. Secondo la pubblica accusa, sostenuta dal pm Salvatore Salemi, i due avrebbero proposto a una giovane militare, in servizio a Imperia, di farle superare il concorso per la ferma prefissata di quattro anni in cambio di una somma tra i quattromila e i seimila euro. La donna, che aveva già superato le fasi selettive e attendeva la graduatoria finale, non accettò l’offerta e denunciò tutto all’autorità giudiziaria.


Il secondo caso, quello sulla presunta corruzione, risale al luglio 2018 e oltre ai due precedenti indagati ha visto finire nei guai: D.S., 24 anni: aggiudicatario del concorso di volontario nell’esercito; il padre di quest’ultimo, C.S., di 58 anni e V.M, 58 anni, padre del militare ventinovenne. In questo caso, secondo l’accusa, i due militari si sarebbero fatti consegnare mille euro (in due tranche da 500 euro ciascuna) dal padre del futuro aggiudicatario del concorso. A fare da intermediario sarebbe stato il padre del militare ventinovenne, che avrebbe preso il denaro consegnandolo al figlio. Il denaro, tra l’altro, sarebbe servito a correggere il voto dell’esame di terza media del candidato.



La difesa: «Si tratta di figure che non potevano promettere di far superare un concorso, perché non avevano le capacità, né il ruolo tale da poter intercedere all’interno dell’arruolamento», dichiara l’avvocato Michela Scafetta, del foro di Roma, (legale di G.P.). Della stessa opinione è anche l’avvocato romano Giorgio Carta (legale di S.M): «A mio parere i reati contestati non sono configurabili neanche in astratto, nel caso concreto, per la ragione che il militare svolgeva funzioni del tutto diverse da quelle di gestire concorsi o avere a che fare con l’ufficio concorsi, che non si trovava certamente a Imperia».

Leggi anche