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Pubblicato il 18/03/2016

AL SISI: AMICI ITALIANI NON ANDATE IL LIBIA SENZA ONU E SENZA SAPERE COME USCIRNE

PARMA- «L’intervento in Libia? Voglio essere molto sincero, perché l’Italia è un paese amico dell’Egitto ed entrambi siamo molto interessati alla sicurezza nel Mediterraneo. Prima di tutto bisogna chiedersi: qual è la exit strategy?». Così il presidente egiziano Abdel al-Fattah Al Sisi nella seconda parte dell’intervista rilasciata a Repubblica. «Bisogna tenere a mente due lezioni», spiega: «Quella dell’Afghanistan e della Somalia. Lì ci sono stati interventi stranieri più di trent’anni fa e quali progressi sono stati raggiunti da allora? I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la storia parla chiaro». Gli interrogativi di Al Sisi su una missione in Libia sono diversi e riguardano anche le responsabilità di rifondare le forze armate e gli apparati di polizia, la gestione della sicurezza, l’interesse a provvedere ai bisogni e alle necessità di tutte le comunità e i popoli della Libia, la ricostruzione materiale. «Problemi con cui dovremmo misurarci nell’eventualità di un’operazione sul campo», sottolinea. «E in ogni caso è molto importante che ogni iniziativa italiana, europea o internazionale avvenga su richiesta libica e sotto il mandato di Onu e Lega Araba». L’alternativa all’intervento occidentale, per Al Sisi, è appoggiare l’Esercito nazionale libico del generale Haftar, l’armata legata al parlamento di Tobruk.

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