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Pubblicato il 08/03/2019

ALLO STUDIO LA QUERELA MILITARE PER I REATI SESSUALI CONTRO LE DONNE IN SERVIZIO

Ad oggi nelle forze armate ci sono 15 mila donne e la questione di adattare le norme del codice militare anche a questa presenza è stata sollevata dal procuratore militare Marco De Paolis. Alla inaugurazione dell’anno giudiziario ne ha parlato : «Con la presenza femminile nelle forze armate sempre più consolidata gli atti di prevaricazione e di violenza spesso si connettono e si associano con una finalità di carattere sessuale e si avverte quindi l’urgente necessità per il legislatore di provvedere alla regolamentazione di un settore nuovo nel quale è particolarmente avvertita la lacuna normativa»


Scondo il procuratore, la aggressione sessuale di una donna non viene descritto in alcun articolo del codice penale militare. Il ministro Elisabetta Trenta ha raccolto l’invito chiedendo norme specifiche: «Si tratta di un progetto che mira ad ampliare la giurisdizione militare su una cospicua serie di ipotesi penalmente rilevanti. Porrebbe fine alla difficoltosa e dispendiosa pubblicazione di procedimenti presso le due giurisdizioni, ordinaria e militare, ed eviterebbe sovrapposizioni e contrasti con il rischio di veder finire prescritte buona parte delle migliaia di cause che già oberano la magistratura ordinaria».


Sarà possibile per la soldatessa che si è sentita aggredita , agire processualmente presentando la querela. Altre disposizioni proposte saranno poi volte ad aggiornare il codice penale militare in tempo di pace».

Nel 2018 è stato registrato un lieve aumento dei reati militari, che segnano un +5%: si passa da 1641 reati a 1722. I più ricorrenti sono quelli contro il servizio e la disciplina. Mancano datui su quelli a sfondo sessuale contro le donne, perchè, non potendosi violenza sessuale per mancanza della querela, la procedibilità è risultata condizionata all’esercizio o meno del potere di richiesta di procedimento da parte del comandante di Corpo, facendo così prevalere, allo stato attuale della normativa, l’offesa generica alla persona rispetto a quella della sfera sessuale».
Cristiana Mangani

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