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Pubblicato il 01/08/2014

ANNIVERSARIO DELLA MORTE DELL’INCURSORE PARACADUTISTA , MARESCIALLO SIILVIO BAGLIONI


di Paolo Comastri

PARMA- Ricorre oggi il 1.o anniversario della scomparsa del Maresciallo incursore paracadutista Silvio Baglioni, caduto ai piedi dello Spigolo del Pollice sulla «Punta delle cinque dita» del Sassolungo, tra la Val Gardena e la Val di Fassa, in Trentino.

Si trattava di un’escursione classica della zona, una via aperta all’inizio del secolo scorso, che si snoda su un percorso di tre ore e 250 metri di dislivello.

Silvio Baglioni era assieme ad un collega incursore paracadutista; i due si trovavano ad Arabba per un ciclo addestrativo.

Una via considerata “facile” che Baglioni ha scalato peraltro decine di volte; poi il destino gli si è materializzato nella sua forma più tragica e crudele con un appiglio inspiegabilmente ceduto. A quel punto l’inevitabile caduta nel vuoto nonostante Baglioni fosse regolarmente assicurato e legato alla corda che purtroppo però si è lacerata a causa del violento sfregamento contro alcune taglienti rocce.

Ricordato da tutti in Brigata Folgore come un soldato dalle straordinarie doti caratteriali ed umane, dotato di un grande coraggio ed altruismo, il maresciallo Baglioni, venne insignito nel 2007 della medaglia d’argento al valore dell’esercito.

Questa la motivazione:


“Incursore scelto del 9° reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”, impegnato quale comandante di distaccamento operativo presso il Joint special forces task group della TF Nibbio nell’ambito dell’operazione “Enduring Freedom” in Afghanistan, durante una delicata missione informativa nell’abitato di Khowst, veniva fatto oggetto di una imboscata e sottoposto al lancio di due ordigni esplosivi.

La sua immediata reazione riusciva ad evitare che qualcuno dei suoi uomini fosse ferito o che i mezzi rimanessero danneggiati.

Successivamente, evidenziando una straordinaria prontezza ed un’ammirevole capacità di analisi, riusciva ad individuare l’autore dell’azione e, nonostante l’atteggiamento manifestamente minaccioso della folla circostante, si lanciava alla cattura dell’attentatore con parte del distaccamento operativo, riuscendo brillantemente nell’intento.

Contemporaneamente, in considerazione del fatto che un ordigno era rimasto inesploso nel mezzo della strada cittadina, costituendo elemento di altissimo pericolo anche per la popolazione, ordinava ad alcuni dei propri uomini di isolare l’area, garantendo l’incolumità dei presenti, comunicando con solerzia le informazioni dell’accaduto e quelle relative agli aspetti tecnici dell’ordigno, nonché assicurando il dispositivo fino al successivo arrivo dei rinforzi.

In tale contesto, dimostrava una professionalità e una lucidità straordinarie nel momento del pericolo e, ancorché sottoposto ad azione ostile, metteva in luce eccezionali doti di coraggio e di capacità di comando. Magnifico esempio di sottufficiale dell’Esercito che con la sua azione ha dato lustro e prestigio alla Forza armata ed al Paese in un contesto internazionale”.

Khowst (Afghanistan), 12 aprile 2003


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