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Pubblicato il 11/05/2016

AVES: 65 ANNI DI UNA SPECIALITA’ ALL’AVANGUARDIA TECNOLOGICA ED UMANA

 65° anniversario aviazione dell’esercito,

VITERBO- Si è celebrato ieri il 65° anniversario della costituzione dell’Aviazione dell’Esercito, all apresenza del capo di Stato Maggiore dell’Esercito Danilo Errico.

Nel corso della cerimonia, che ha avuto luogo presso l’aeroporto militare Fabbri di Viterbo, il generale Errico,che è anche pilota di elicotteri, affiancato dal comandante dell’Aviazione dell’Esercito Antonio Bettelli e dal comandante delle Forze Operative Terrestri Alberto Primicerj, ha consegnato le onorificenze al merito al personale dell’aviazione distintosi in servizio, celebrando la specialità della forza armata ed il suo costante quanto essenziale impegno nelle emergenze nazionali e nelle missioni internazionali.

Il comandante Bettelli ha spiegato che a dispetto di una teconologia al limite dell’infallibilità, la capacità dell’uomo rimane insostituibile. “Entrare oggi nella cabina di pilotaggio di un elicottero moderno lascia attoniti……… Ma a guidare l’azione non è un “touch”, bensì l’effetto di un complesso percorso pedagogico e morale, un processo biologico, intellettivo, cerebrale e umano che non è digitalizzabile”.

Un futuro, dunque, che ha bisogno del suo passato, come spiega ancora Bettelli: “Il connubio passato-futuro è la sfida per il difficile mantenimento delle capacità acquisite dalla nostra organizzazione nei suoi 65 anni di storia, stimolati dalle aspettativde dei giovani, che ambiscono ad avere quantomeno le stesse esperienze per il loro percorso di maturità”. “Il mio invito” conclude “è di saper guardare con ambizione al futuro, abbandonando i retaggi di un passato che, seppur memorabile, è ormai relegato alla storia della nostra specialità e nel farlo, con umile considerazione per il percorso fin qui compiuto, occorre attingere con perseveranza all’esempio di chi ci ha preceduto, esempio che ci rammenta con autorevolezza le origini e il divenire di ciò che oggi siamo, guardando sì al passato, ma con orgoglio per i risultati di oggi e con fervente desidero di affrontare le nuove sfide”.

Il Capo di Stato Maggiore Errico: “65 anni dell’Aviazione dell’Esercito, 65 anni ben spesi. Questa è una delle poche specialità che possa vantare di avere in un hangar, insieme, sia coloro i quali hanno partecipato alla costituzione dell’aviazione sia i baschi azzurri, i giovani, che dovranno portare avanta questa bellissima pagina dell’esercito”.

Per il generale una doppia emozione dato che, divenuto pilota nel 1983, ha prestato servizio presso il 51° Gruppo Squadroni “Leone” del 1° Reggimento Aviazione dell’Esercito Antare, proprio a Viterbo. “Con la manifestazione odierna celebriamo le nobili tradizioni aviatorie dell’esercito, che affondano le loro radici ben oltre i 65 anni di vita della nostra specialità” ha spiegatoil generale Errico ricordando appunto le origini dell’aviazione che risalgono al 1884 quando su iniziativa del Tenente del Genio Alessandro Pecori Giraldi fu autorizzata la costituzione del sevizio aeronautico dell’allora ministero della guerra. “E’ inizata così un’epopea fatta di voli ardimentosi, di primati aerei, di perizie teciniche e professionali, che va dal primo impiego bellico nella campagna di Erittrea del 1887 alla battaglia aerea combattuta nei cieli di Treviso, nel giorno di santo Stefano del 1917, in cui 15 nostri velivoli riuscirono ad abbattere in uno scontro memorabile, e senza perdite, otto aerei avversari su un totaledi 40″ ha spiegato Errico “Fino alla stupefacente impresa del raid Roma-Tokyo, nel 1920,quando i piloti Arturo Ferrarin e Guido Masiero attraversarono in solitaria lande inospitali e selvagge che per la prima volta videro il passaggio di un’aeroplano. Un retaggio che fu raccolto nel secondo dopoguerra dal neocostituito primo reparto aereo di artiglieria, nel 1951, fino alla riconfigurazione finale in Aviazione dell’Esercito avvenuta nel 2003″.

Il generale Errico ha quindi consegnato le onoreficenze al personale dell’Aviazione distintosi in battaglia, cominciando dal capitano Paolo Giangregorio, cui è stata conferita la Medaglia d’Argento. Il capitano, durante un’operazione nel gennaio del 2014 a Shindand in Afghanistan, è stato colpito da fuoco nemico mentre si trovava alla guida del proprio elicottero, ma con “mirabile lucidità e sangue freddo” si legge nella motivazione della decorazione “ha mantenuto il controllo delll’aeromobile e, avuta conferma del recupero di tutto il personale già a terra, sprezzante del pericolo ha iniziato la manovra di decollo, consentendo l’immediata evacuazione dei feriti a bordo”.

Altra Medaglia d’Argento per il 1° caporal maggiore Simone Sernacchioli che nel corso della medesima operazione, pur investito da un’ingente quantità di olio idraulico fuoriscito da una tubazione danneggiata dal fuoco nemico, con coraggio ha risposto all’attacco, contribuendo in maniera determinante alle operazioni di reimbarco del personale.

Croce di Bronzo al merito dell’Esercito, infine, per il colonnello Giuseppe Potenza per il servizio svolto ad Herat in Afghanistan dal febbraio all’agosto 2014, in particolare per essere riuscito a “coordinare e indirizzare, con comprovata maestria e magistrale esperienza, l’azione di fuoco di due elicotteri d’attacco intervenuti per neutralizzare un’autobomba, concorrendo a garantire l’incolumità del personale militare e civile dislocato nell’area”.

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