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Pubblicato il 18/02/2021

CASO SCIERI: LA NAZIONE- NON SI DEVE FARE UN PROCESSO ALLA FOLGORE

PRIMO PIANO pag. 7

«Non si deve fare un processo alla Folgore»


LA NAZIONE DEL 18 FEBBRAIO 2021

Caso Scieri: parla l’avvocato difensore di Andrea Antico, l’unico ancora in servizio tra gli ex caporali accusati di omicidio pluriaggravato


di Carlo Baroni .. PISA L’unico ancora in servizio nell’esercito dei tre ex caporali accusati dell’omicidio pluriaggravato di Emanuele Scieri, trovato cadavere alla Garmerra di Pisa il 16 agosto 1999, ha due nuovi difensori. Andrea Antico di Rimini è assistito dagli avvocato Fiorenzo ed Alberto Alessi che si sono già occupati di grandi casi giudiziari. Uno per tutti: quello di Gessica Notaro, modella, ed ex miss che nel 2017 fu sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato.


Antico è accusato dell’omicidio di Scieri insieme agli ex commilitoni Alessandro Panella e Luigi Zabara. Dell’ingresso nel caso Scieri – un giallo in piedi da ventuno anni e che da qualche mese è arrivato su tavolo di due giudici (il gup militare e il gup del tribunale di Pisa) – ne parliamo con l’avvocato Fiorenzo Alessi.

avvocato qual è l’aspetto che l’ha colpita di più trovandosi ad affrontare questa vicenda che è una ferita aperta e un giallo in piedi da tanti anni?
«Queste sono storie brutte. Ma la cosa che mi ha colpito di più è come la magistratura, verso la quale dobbiamo avere fiducia, per tanti anni non sia riuscita ad arrivare ad alcunché. Ne sono prova le varie archiviazioni. C’è voluta una commissione parlamentare d’inchiesta per dare l’input a rivedere meglio le cose, a procedere con approfondimenti, a rifare le indagini. Vede le commissioni parlamentari d’inchiesta hanno poco d’inchiesta e molto di parlamentare tant’è che per il lavoro della commissione c’era il rischio, secondo me, di fare un processo alla Folgore. Non ho apprezzato il clima politico che ha aleggiato su tutta la vicenda».
Ma non sarà così…
«No, certo che non lo sarà. E questo grazie alla Procura che ha condotto indagini mirate ad approfondire la vicenda per cercare di individuare i presunti responsabili».
Che processo sarà?
«Difficile. Come tutte le volte che mancando la tempestività della giustizia si va a scavare nel tempo alla ricerca di verità dopo decenni».
Lei ha avuto modo di conoscere Francesco Scieri, il fratello della vittima?
«Sì, e mi sono sentito in dovere di salutarlo e di esprimergli la mia vicinanza. Il processo, poi, è un’altra cosa, e gliel’ho sottolineato, spiegando che la mia sarà una difesa forte e decisa».
Proprio Francesco Scieri ha detto che questo processo farà bene anche all’esercito. Lei cosa ne pensa?
«Il processo ha una funzione precisa: deve valutare la fondatezza della pretesa punitiva avanzata dallo Stato. Non si deve fare un processo al nonnismo in quanto tale, tanto meno un processo alla Folgore, bisogna capire se le accuse hanno un fondamento. Se ci sarà una sentenza definitiva di condanna sapremo anche se ci sono dei responsabili. E questo non significherà affatto che la Folgore era un’accozzaglia di soggetti violenti e fanatici, ma che qualche mela marcia può spuntare ovunque».

Il 23 febbraio la Cassazione dirà quale tribunale è competente. Lei cosa pensa?
«Ci sono chiari pronunciamenti proprio della Suprema corte in merito. Questa vicenda ritengo sia competenza della magistratura ordinaria. Il fatto poi che la giustizia militare abbia dato l’idea in questi mesi di voler bruciare i tempi, mi sembra più che possa voler dire quanto anche questa ci tenga a fare chiarezza. Ma in questa storia di militare non vi è nulla, o ben poco».

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