CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 19/06/2021

CASO SCIERI: PARLANO DUE IMPUTATI

COMMISSIONE PARLAMENTARE – IL RIASSUNTO UFFICIALE DEI FATTI CHE HA PORTATO ALLA INCRIMINAZIONE DEGLI IMPUTATI ( cliccate qui)


PARLA L’UFFICIALE IN CONGEDO SALVATORE RAMONDIA – AI TEMPI AIUTANTE MAGGIORE
«Io non ho fatto alcuna telefonata a casa Panella il giorno del ritrovamento del cadavere di Emanuele Scieri, non so neppure chi sia Alessandro Panella». L’ha detto con decisione, si apprende, Salvatore Romondia, ex aiutante maggiore, accusato di favoreggiamento insieme all’ex comandante della Folgore, generale Enrico Celentano. Romondia ha chiesto di essere interrogato perché «non ho nulla da nascondere», ha detto. Romondia ha specificato che non poteva conoscere tutti i militari di truppa che, nel giro di pochi mesi, cambiavano a centinaia. La procura, in particolare, contesta a Romondia una telefonata a casa Panella a Cerveteri un’ora dopo il ritrovamento del cadavere del giovane allievo paracadutista. Un colloquio ritrovato dagli inquirenti nei registri dove venivano annotate le telefonate in uscita dalla Gamerra.
Il suo legale, avvocato Barbara Druda, ha precisato che il suo assistito si è difeso da ogni contestazione sui «movimenti e le decisioni di quei giorni, compatibilmente con ricordi risalenti a 22 anni fa». L’esame è durato circa un’ora ed è stato caratterizzato da domande molto incalzati del pubblico ministero Sisto Restuccia e, ancora di più, della parte civile, rappresentata dagli avvocato Alessandra Furnari e Ivan Albo.


Andrea Antico: ero in licenza in quei giorni di agosto
Andrea Antico, ancora in servizio al Reggimento 7° Vega e consigliere comunale a Montescudo-Monte Colombo ha chiesto il rito abbreviato.
«Quando è morto io non ero lì, e questa storia mi ha rovinato la vita». Andrea Antico, caporal maggiore scelto del Reggimento 7° Vega e consigliere comunale di una lista civica a Montecudo-Monte Colombo, è uno degli accusati di omicidio volontario, per la morte di Emanuele Scieri. Il 26enne allievo paracadutista di Siracusa, morto la notte tra il 13 e il 14 agosto del 1999, nella caserma Gamerra di Pisa, dopo avere subito, stando alle accuse, atti violenti di nonnismo.
Antico, nella udienza del 18 Giugno ha giurato di non trovarsi a Pisa quando Scieri fu ucciso, e neppure tre giorni dopo, quando fu ritrovato il cadavere. Era partito per una licenza terminato il servizio. «Questa vicenda – hanno riferito i suoi difensori – gli ha rovinato la vita, l’ha sottoposto a sofferenze e disagi, si dichiara estraneo ai fatti e ha fatto di tutto per trovare elementi a conforto della sua estraneità. Antico lamenta anche di avere subito disagi economici, avendo speso molti soldi anche per un investigatore privato, per trovare le prove della sua assenza da Pisa in quel periodo. Ma il troppo tempo trascorso, non avrebbe permesso di trovare nessun elemento significativo.

Leggi anche