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Pubblicato il 07/06/2021

COLPO DI STATO IN MALI – COSA SARA’ DELLA MISSIONE MILITARE TAKUBA A CUI AVREBBE PARTECIPATO ANCHE L’ITALIA ?

Il 24 Maggio scorso c’è stato l’ennesimo colpo di stato in Mali. Il presidente ad interim Bah N’Daw e il primo ministro del Mali Moctar Ouane sono stati arrestati e destituiti deposti, come ha spiegato il vice presidente del Mali Assimi Goita alla radio Ortm, spiegando che si svolgeranno nuove elezioni nel 2022. N’Daw e Ouane sono detenuti in un centro militare a Kati, circa 15 chilometri a nord ovest della capitale Bamako.
Il “golpe” avviene alla viglia di una maggiore partecipazione italiana ed europea , alla missione di addestramento delle truppe maliane.
La nazione ha poco meno di 20 milioni di abitanti, è un importante crocevia nel Sahel occidentale. Le cellule jihadistiche locali sfruttano il malcontento della popolazione per reclutare adepti attaccando convogli e truppe governative nelle aree di confine con Burkina Faso e Niger. Una missione delle Nazioni unite schiera 15mila militari nella regione. A questi si doveva sommare l’ operazione Takuba, task force europea con la regia della Francia , con la partecipazione anche dell’Italia e integrata nella missione Barkhane per la formazione delle forze militari maliane. L’Italia dovrebbe inaugurare un’ambasciata proprio a Bamako, dove è andato in visita a inizio aprile il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Mentre scriviamo le strade verso la capitale Bamako sono attualmente sotto il controllo di insorgenti e cellule Jidahiste, mentre sono state sospese le operazioni logistiche al confine con il Senegal, dal cui porto di Dakar, partono i convogli di rifornimenti e aiuti umanitari. La carenza di beni primari inizierà a farsi sentire entro poche settimane,. se la situazione non dovesse sbloccarsi.

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