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Pubblicato il 28/11/2014

DIFESA USA: ALLO STUDIO TECNICHE DI “IBERNAZIONE” PER SALVARE I FERITI AL FRONTE

Le forze armate USA stanno sperimentando una nuova medicina che potrebbe tenere in vita l’organismo fino all’arrivo di unità mediche più attrezzate

Come scrive il Pentagono, l’87% dei decessi sul campo di battaglia dei militari alleati è avvenuto nei primi 30 minuti dopo il ferimento. il 25 avrebbe potuto essere curato e sopravvivere , se fosse arrivato in tempo in una struttura capace di gestirli.

Gli USA hanno modificato e reso più veloci le procedure logistiche di soccorso, per arrivare prima, ma cerca anche di ritardare gli effetti letali delle ferite. Un medico australiano, Geoffrey Dobson, ha realizzato un farmaco sperimentale, che controlla la “risposta” del corpo ai traumi, fornendo sufficiente pressione sanguigna agli organi vitali, ma impedendo che questa vada oltre il livello tale da generare, ad esempio, un aemorragia. Si tratterebbe di “ibernazione” indotta , che fa guadagnare tempo al ferito.
I primi risultati sono stati interessanti ed l Pentagono ha deciso di finanziare il medico con oltre 500.000 dollari per consentirgli di avere pronto il farmaco entro un anno,

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