CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 17/08/2016

I PARACADUTISTI CALABRESI INVITANO ALLE CELEBRAZIONI DEL 73mo DELLA BATTAGLIA DELLO ZILLASTRO

PARMA- Come ogni anno i paracadutisti calabresi ricorderanno in Settembre la Battaglia dello Zilastro, ripercorrendo a piedi il percorso del plotone del 183mo Nembo, che il 9 e 10 di Settembre del 1943, isolato dal loro reparto, combatterono l’ultima battaglia contRo i canadesi, anch’essi ignari dei fatti ingloriosi dell’ 8 settembre. Il ricordo inizia con una lunga marcia sulla Sila, con bivacco notturno in una struttura ex militare, verso la piana che fu teatro degli scontri.


LA NEMBO IN ASPROMONTE

A Reggio Calabria e provincia, l’ultima battaglia terrestre della seconda guerra mondiale ebbe luogo l’8 settembre successivo, in Aspromonte sui Piani dello Zilastro. Fu una vicenda tragica, rimasta a lungo dimenticata, che costò la vita a giovani paracadutisti del Nembo, a guerra ormai conclusa, che seppero morire per l’Onore d’Italia.
Nell’intento di evitare che i tedeschi si ritirassero rapidamente dalla punta dello stivale gli Alleati pretesero che l’Armistizio non venisse reso noto immediatamente ma dopo qualche giorno in concomitanza con lo sbarco a Salerno. Cosicché, a Reggio Calabria si fronteggiarono due eserciti formalmente nemici, quello degli Alleati e quello italiano, che non lo erano più giuridicamente.
Resasi impossibile ogni sorta di resistenza, il III e XI Battaglione Paracadutisti del 185° Nembo si ritirarono verso nord. L’ VIII, trattenuto (tra il 4 ed il 7 di settembre) da violenti scontri intorno agli abitati di San Lorenzo e Bagaladi, si trovava in marcia di retroguardia e cercava di raggiungere Platì, dove vi era il Comando di Reggimento. La notte sull’8 settembre giunse sui Piani dello Zilastro e si accampò presso un faggeto a quota 1050. Gli Italiani, esausti per la lunga marcia, la fame e gli scontri sostenuti, si abbandonarono ad un sonno ristoratore e non si avvidero che sarebbero stati circondati da ogni lato dall’esercito Anglo-Canadese il quale, per giorni e notti, li aveva inseguiti, senza dare tregua.
Il Reggimento West New Scozia si posizionò nel faggeto dell’Altopiano Mastrogianni, mentre l’Edmontons, per chiudere l’accerchiamento, si sistemò sui crinali dello Zillastro, lato Oppido Mamertina. Il Nembo non avrebbe avuto scampo.
In quattrocento contro cinquemila. La lotta fu impari e proseguì fino all’esaurimento delle munizioni. Scambio di bombe a mano, andarono al corpo al corpo con i calci dei fucili. I Parà vennero sopraffatti. Fu un massacro, una inutile tragedia.
Cinque furono i caduti italiani recuperati (l’esatto numero delle vittime non è ancora conosciuto): Capitano Ludovico Piccoli de Grandi (Medaglia d’Argento al Valor Militare); Sergente Maggiore Luigi Pappacoda (Medaglia di Bronzo al Valor Militare); Caporale Serafino Martellucci (Medaglia d’Argento al Valor Militare); Parà Vittorio Albanese (Medaglia di Bronzo al Valor Militare); Parà Bruno Parri (Medaglia di Bronzo al Valor Militare); Parà Aldo Pellizzari (Medaglia d’Argento al Valor Militare). I Feriti furono circa una dozzina. Vennero catturati 57 paracadutisti. Erano in quattrocento.
Fu l’ultima battaglia combattuta tra il Regio Esercito Italiano e le truppe Alleate l’8 settembre 1943, cinque giorni dopo la firma dell’armistizio.
I morti furono seppelliti nello stesso luogo della battaglia. Negli anni seguenti le salme (quelle conosciute) furono riesumate, trasferite al cimitero di Oppido Mamertina e inoltrate infine ai luoghi di origine. Anche i Canadesi recuperarono le loro vittime.
Il 185° Reggimento Nembo, quello che rimase, continuò a combattere con gli Alleati o nei ranghi della R.S.I., secondo le scelte che ogni paracadutista, di fronte alla propria coscienza, fece in quel drammatico autunno del ’43.

Nel commemorare quell’otto di settembre, i Paracadutisti della Sezione A.N.P.d’I. di Reggio Calabria, con le Sezioni del X Gruppo regionale (Calabria e Sicilia), tutti gli anni organizza una marcia “rievocativa” che ripercorre simbolicamente l’impervio cammino compiuto dall’Ottavo Battaglione Paracadutisti Nembo.
Qualche tempo dopo la battaglia dello Zillastro, un impresario boschivo, Salvatore Accardo, chiese al parroco di Platì di benedire quei luoghi prima di procedere al taglio degli alberi. Nel 1951 il sindaco di Oppido Mamertina, Ragioniere Giuseppe Muscari, fece apporre una croce (accanto, nel 1995, sarà eretta una stele) in ricordo dei luoghi ove avvenne l’ignorato conflitto. Successivamente, nel 1971, un altro sindaco di Oppido, l’Avvocato Giuseppe Mittica, fece innalzare un grande Crocefisso a ricordo dell’evento e dei morti inutili di un otto settembre già di pace. Nel 1988, l’ignaro Generale Franco Monticone, Comandante della Folgore, impegnato con i suoi Paracadutisti in esercitazioni sulle montagne dell’Aspromonte, venne informato della cruenta battaglia sconosciuta o dimenticata dal Professore Antonio Delfino (Giornalista). Nel commemorare quell’otto di settembre, i Paracadutisti della Sezioni A.N.P.d.I. di Reggio Calabria organizzano una marcia “rievocativa” che ripercorre simbolicamente l’impervio cammino compiuto dall’Ottavo Battaglione Paracadutisti del 185° Reggimento della Divisione Nembo. Ad essi, vengono resi gli onori. Nel 1995 il Generale Franco Monticone fece erigere un monumento di pietra, giunto da Carrara, che in maniera concisa ammonisce:


“QUI SULLO ZILLASTRO,
EPIGONE DI UNA GUERRA DISASTROSA, L’8 SETTEMBRE 1943,
SUSCITANDO L’AMMIRAZIONE ED IL RISPETTO DELLE PREPONDERANTI FORZE ANGLO – CANADESI,
I QUATTROCENTO PARACADUTISTI DELL’ VIII BTG DEL 185° RGT DELLA DIV. ‘NEMBO’,
COMBATTENDO PER L’ONORE DELLA PATRIA, SI COPRIRONO DI GLORIA”.

Leggi anche