CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 10/08/2017

IL QUOTIDIANO LEGGE IL VERBALE DI DUE CARABINIERI CHE POTEVANO SPARARE A IGOR

carabinieri-gis

TEMEVANO PER LA LORO INCOLUMITA’ SE GLI AVESSERO SPARATO

PARMA -Una pattuglia di carabinieri in borghese era a pochi metri da Igor Norbert Feher. Erano in vista del Fiorino rubato. Non sparano perchè- riferisce IL QUOTIDIAO” «Non c’erano le condizioni di sicurezza per potergli sparare». Eravamo a poche ore dall’omicidio di Valerio Verri,
Stando quel rapporto , dopo aver notato il Fiorino con a bordo il killer si limitano a seguirlo e a tenerlo d’occhio, in attesa di rinforzi. I militari, in contatto con la centrale, gli vanno dietro mantenendosi a una distanza di 100/150 metri. Arrivati in via Spina, all’altezza di un boschetto, Igor fa inversione e si dirige verso l’auto civetta. Il furgone ha gli abbaglianti accesi. Questo fattore (insieme alla distanza che li separa dal bersaglio) impedisce ai carabinieri di aprire il fuoco con le pistole d’ordinanza senza correre rischi. I militari decidono così di ripararsi dietro al loro veicolo. Nel frattempo il killer si ferma. Scende, apparentemente disarmato, e si dirige verso gli alberi.
Poi segue per giorni la ricerca, che è ancora in corso,
«Durante le fasi di avvicinamento del soggetto -recita il rapporto- non è stato in alcun modo possibile attingerlo mediante l’utilizzo delle armi in dotazione, in quanto i militari operanti non erano in alcun modo in posizione favorevole da poter ottenere un risultato senza ulteriori conseguenze per la loro incolumità. Per cui – prosegue l’annotazione –, stante alle disposizioni e alle circostanze di tempo e di luogo, l’unica azione plausibile al momento era quella di porre un’attenta osservazione in sicurezza».

Inutile descrivere la rabbia di Francesca ed Emanuele Verri, figli del volontario ucciso. «Continuo a rimanere allibita – ha commentato Francesca –.

Leggi anche