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Pubblicato il 19/03/2020

IL TRICOLORE E’ UNA COSA SERIA COME L’EPIDEMIA CHE UCCIDE 500 MALATI AL GIORNO. SILENZIO!

La Redazione di CongedatiFolgore non ha partecipato alla (sovra) esposizione di Tricolori italiani che, dopo la giornata del 17 Marzo continua, istigata da chiunque si svegli la mattina. Oggi 19 Marzo è la volta delle radio FM. Ci hanno pensato i patrioti con la trombetta e le pentole, che hanno esposto e pubblicato dovunque il tricolore, presentato in ogni salsa, appendendolo (male) come uno straccio ai balconi, scrivendoci sopra ogni tipo di frase. Ci siamo limitati ad ammirare le Frecce del P.A.N. e la splendida visione della grande bandiera portata in volo dal Luogotenente Paracadutista e campione Tresoldi, della Folgore. Non c’era bisogno di ripubblicare i due splendidi filmati, perchè erano già a sufficienza diffusi su tutti i siti sociali. Ce li siamo goduti da cittadini, a naso in su (virtuale).
Quello è davvero O R G O G L I O italiano, che si deve distinguere e non mescolare con quello da balcone.
Qualche volta i “scittadini” devono fare i cittadini e non una rumorosa e sgangherata e irrispettosa clacque.

Davanti al tricolore issato si sta in piedi, composti e tutt’alpiù si canta l’Inno di Mameli, non si urla come fosse “o sole mio”, non si agitano le braccia come una “ola” .
Scusateci, ma siamo istituzionali e in questo momento anche pensierosi e addolorati per la situazione gravissima, senza alcuna voglia di sbattere coperchi di pentola dalle finestre o agitare la Bandiera Italiana come un fazzolettone qualunque.

Auguri alle migliaia di cittadini in cura per il virus.
Auguri alle migliaia di anziani terrorizzati dal contagio.
Condoglianze affettuose alle migliaia di Famiglie che hanno perso i loro oltre 4000 cari, senza nemmeno poterli vedere nell’ultimo istante della loro vita.

Non ‘è nulla da cantare.
Non c’è nulla da festeggiare.
Non c’è bisogno di fare intermezzi musicali alle finestre in stile villaggio turistico, per tenere occupati i “scittadini”.
Sappiamo stare da soli con i nostri pensieri, anche se tristi.

Ci vuole silenzio, riflessione e -purtroppo- dolore. Il dolore ci deve cambiare e far migliorare.

Dalle finestre urlate “stonzo!” a quelli che stanno vanificando il nostro sacrificio di stare a casa QUESTO SI CHE SAREBBE UTILE.

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