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Pubblicato il 22/10/2021

IN RICORDO DI GIOVANNI ONANO SERGENTE MAGGIORE DELLA FOLGORE DI EL ALAMEIN

Ogni anno ricordo il giorno in cui ebbe inizio la terza battaglia di El Alamein, alla quale mio padre Giovanni partecipò nella XIIIa Compagnia del V° Battaglione Paracadutisti della “Folgore” col grado di Sergente Maggiore. Quei ragazzi  respinsero l’assalto dei francesi e degli inglesi a Naqb Rala, dove la XIIIa compagnia del V° “Folgore” subì l’assalto più cruento, ma non mollò e respinse il nemico.

Tutto ebbe inizio a Luglio, ma l’epopea per i ragazzi della Folgore si sarebbe consumata tra la sera del 23 Ottobre e il 6 Novembre del 1942.

Oggi però non voglio parlare di assalti e contrassalti, di eroismi di singoli o di interi reparti, voglio raccontare una cosa molto bella che mi è successa grazie a Facebook.

Ebbene, un giorno di un anno fa qualcuno di cognome Gilli ha postato un ricordo del papà Cap. Alberto Gilli in occasione dell’anniversario di El Alamein. E così dopo quasi ottant’anni ho conosciuto, anche se non ancora di persona, due dei figli del Comandante la  XIIIa compagnia del V° “Folgore”, allora Ten. Gilli, che fu l’ultimo comandante del battaglione dopo il ferimento del Magg. Izzo e degli altri comandanti di compagnia.

E’ stata una grande emozione entrare in contatto con Maria Cristina e Luca, scambiarci documenti e ricordi.

Il Cap. Gilli era del 1915, stesso anno di mio padre ed erano insieme fin da Tarquinia.

Tutti e due ferventi monarchici, vissero l’armistizio dell’8 settembre 1943 con la dignità di chi accetto una lunga   prigionia.

Mio padre è scomparso nel lontano 1956, il Cap. Gilli nel 1997. Vissero entrambi con amarezza l’immediato dopoguerra, capendo la deriva che l’Italia avrebbe percorso fino ai giorni nostri.

Il mio grande rimpianto è non averlo potuto conoscere personalmente. I figli mi dicono che era restio a parlare delle vicende della guerra, come tutti i veterani che ho avuto la fortuna di conoscere e come i veri eroi, ma sono certo che sarei riuscito a fargli raccontare dei drammi vissuti da quei ragazzi nelle sabbie di El Alamein.

Era questo un tratto comune a tanti reduci, non parlare volentieri se non dopo molte insistenze di quei tragici fatti. E questo dimostra, se ce ne fosse bisogno, che chi ha veramente combattuto e ha conosciuto i drammi e l’orrore della guerra, non ama la guerra, ama fare il proprio dovere. Al contrario di tanti che si riempiono solo la bocca di belle parole.

Scrisse così al Ten Col. Izzo il Sottotenente Orciuolo, che con quei pochi che riuscirono a sfuggire all’accerchiamento e riparare fino in Tunisia dopo una marcia di 3000 km nel deserto, formarono un battaglione che chiamarono 285° “Folgore” per continuare a combattere fino al marzo del 1943: “E’ la Folgore signor Colonnello, che vive ancora e vivrà anche quando di noi non saprete più nulla”.

Salvatore Onano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap. Alberto Gilli                                                   Serg. Magg. Giovanni Onano

 

 

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