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Pubblicato il 19/03/2023

INCARICO POLITICO E FORZE ARMATE SONO INCOMPATIBILI?

Una sentenza del Consiglio di Stato del 2017 dichiarava incompatibile la carica politica all’interno di un partito con lavoro nelle forze armate. Il caso riguarda oggi un maresciallo capo della Folgore. Quest’ultimo risponde che non si dimetterà dalla carica politica o dall’Esercito invocando l’articolo 49 della Costituzione e che si opporrà alla sentenza.
Nella fattispecie il “caso” nasce con la sua elezione domenica 5 marzo. Il Consiglio di Stato, con sentenza 5845 del 2017, chiaramente specifica che chi appartiene alle forze armate può ricoprire ruoli nelle istituzioni, ma non cariche che «possono dare un indirizzo politico» ovvero non è consentito rivestire incarichi nell’organigramma di un partito come è accaduto a Tacchi eletto segretario provinciale di un partito nazionale.Secondo il Consiglio di Stato, u n militare potrebbe farsi eleggere come indipendente in ogni consiglio elettivo, ma non potrebbe rivestire l’incarico di segretario di un partito.
C’è un precedente: quello di un altro paracadutista, nominato segretario comunale nel dicembre 2021 e eletto in consiglio comunale.
L’Esercito gli intimò di lasciare la carica statutaria e il maresciallo lo dovette fare nel febbraio 2022.

Ha proseguito l’attività di consigliere comunale, ma nel gruppo misto «Per C. ( il caso del militare che si è dimesso, ndr) una lettera anonima mise in dubbio per lui l’applicazione dell’articolo 49 della Costituzione, facendo riferimento alla sentenza del Consiglio di Stato n. 5845 del 2017. Tale sentenza riguardava un carabiniere che aveva fondato il partito dei militari».

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