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Pubblicato il 22/12/2015

IRAQ: IL GOVERNO IRAQENO NON VUOLE SOLDATI ITALIANI A MOSUL

in giallo le zone di contatto e in rosso quelle in pieno controllo dei tagliagole

L’Esercito italiano dovrebbe essere impiegato per la sicurezza della Trevi spa -come da loro richiesta- alla diga di Mosul. 2 Miliardi di contratto per Trevi spa, 1 miliardo scarso di costi per il contingente inviato per almeno 2 anni e qualche mese. Ora lo stop iraqeno-

BAGDAD- Il portavoce dell’esecutivo, iraqeno, Saad al Hadithi smentisce qualunque trattativa in corso per soldati italiani da dislocare a Mosul. La difesa italiana, come sapete, aveva ipotizzato l’invio di 450-500 militari, sottolineando che il loro compito sarebbe quello di presidiare il cantiere e tutelare la quarantina di tecnici italiani che vi lavoreranno.

“Iraq Press” riferisce che il ministro iraqeno, parlando con l’ambasciatore italiano in Iraq, ha aggiunto: “La diga di Mosul è già protetta da forze irachene, con capacità che saranno sufficienti”.

Una prima ricognizione in loco è stata eseguita giorni fa e altri sopralluoghi sono in programma, da parte di un team composto da militari italiani e altri presenti già in Iraq. Lo schieramento dovrebbe avvenire tra maggio e giugno. Ci saranno poi appartenenti alle forze speciali, artificieri ed altre dotazioni, con una copertura aerea. Il ministro per le risorse idriche iracheno, Muhsin al Shammary, si è limitato a dire che la Trevi ha “presentato i documenti per partecipare alla gara”.

Anche il leader sciita Moqtada Sadr si è detto contrario all’ annuncio del premer Renzi: “L’Iraq è diventato una piazza aperta a chiunque voglia violare i costumi e le norme internazionali”.

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