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Pubblicato il 18/08/2020

MALI: VOCI DI COLPO DI STATO A BAMAKO – DOVE SONO PRESENTI MILITARI FRANCESI ( E ANCHE ITALIANI?) –

sopra: foto di archivio – attività addestrativa condotta nel 2018 dal Savoia Cavalleria Paracadutisti in Mali a favore delle aviotruppe locali

recensione di Antonello Gallisai

Le agenzie di stampa internazionali hanno riferito durante la giornata di un sospetto tentativo di colpo di stato nella capitale del Mali, Bamako
Ci sono voci di un tentativo di colpo di stato in corso e ci sono informazioni su disordini intorno a una base militare a Bamako. Da tempo la situazione politica in Mali è tesa. Data la situazione poco chiara a Bamako in questo momento, le ambasciate di alcuni paesi del Nord Europa stanno consigliando ai connazionali che si trovano in città di restare a casa.
In un comunicato di oggi la Tass fa presente che uomini armati (senza uniforme) hanno fatto irruzione nella case di diversi uomini politici e di governo portandoli via.
C’E’ CHI PARLA DI REGIA TURCA

Molti analisti hanno pensato alla mano della Turchia , a cui fannmo gola i giacimenti minerari maliani. Erdogan potrebbe avere interesse ad appoggiare i miliziani, sulla falsariga del comportamento che ha tenuto in Siria, e contemporaneamente contare, se non addirittura finanziare, un governo “amico” – la parola corretta sarebbe fantoccio- per ostacolare i programmi delle operazioni congiunte europee a conduzione francese.

soldati francesi e ufficiali di collegamento italiani in loco
A Bamako sono presenti anche ufficiali italiani di collegamento con le forze francesi, insieme alle quali è in preparazione una attività antiterrorismo congiunta.

Del futuro impegno militare italiano in Mali al momento si conosce l’entità (duecento soldati delle forze speciali, venti mezzi terrestri e otto elicotteri), la base (Ansongo, sperduta località del nord Mali), il raggio d’azione (il feudo jihadista del Liptako-Gourma, la cosiddetta zona “delle tre frontiere” a cavallo fra Mali, Niger e Burkina, dove regnano gruppi legati ad Al Qaeda e allo Stato Islamico) e l’onere finanziario (quasi 16 milioni di euro per il solo 2020)

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