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Pubblicato il 31/03/2022

NIGER – IL GOVERNO ARRUOLERA’ 5MILA SOLDATI – L’ITALIA E’ PRESENTE CON ISTRUTTORI MILITARI ( ANCHE DI PARACADUTISMO)

Niamey, 31 mar 13:07 – (Agenzia Nova) – Le autorità del Niger hanno annunciato un piano per reclutare 5 mila soldati nell’esercito nazionale per rafforzare la sua lotta contro vari gruppi armati attivi nel Paese. In una nota diffusa dall’esercito, i militari hanno affermato che il reclutamento avverrà a maggio e riguarderà giovani di età compresa tra i 18 ei 25 anni. Si tratta di una decisione insolita poiché solitamente le autorità di Niamey reclutano circa 2 mila soldati ogni anno. Il Niger è alle prese con diverse insurrezioni: quella di Boko Haram a sud, vicino al confine con la Nigeria, e quelle di gruppi legati allo Stato islamico e ad al Qaeda a ovest, al confine con Mali e Burkina Faso. Il nuovo reclutamento militare avviene dopo che a febbraio la Francia ha annunciato il ritiro delle sue truppe dal vicino Mali, il che rischia di lasciare potenzialmente un vuoto dopo quasi un decennio nella lotta contro i gruppi estremisti nella regione del Sahel.

A febbraio il presidente francese Emmanuel Macron ha ufficializzato il ritiro della Francia, del Canada e dei partner europei impegnati nell’operazione Barkane e nella Task force Takuba dal Mali, Paese ormai ampiamente fuori dalla sfera d’influenza di Parigi e sempre di più attratto nell’orbita russa. Macron ha così confermato le indiscrezioni della vigilia, ribadendo che i Paesi europei non condividono “né la strategia né gli obiettivi nascosti” della giunta militare che ha preso il potere a Bamako con i due colpi di Stato dell’agosto 2020 e del maggio 2021, e che pertanto “la lotta al terrorismo non può giustificare tutto”. Il capo dell’Eliseo ha quindi annunciato che alcuni elementi della task force europea Takuba – cui l’Italia partecipa con circa 200 uomini – “saranno riposizionati al fianco delle Forze armate” del Niger, alla frontiera con il Mali, e che a questo cambiamento si affiancherà la chiusura delle basi militari di Gossi, Menaka e Gao: quest’ultimo annuncio ha particolare rilevanza perché proprio nelle basi di Menaka e Gao sono attualmente presenti i militari italiani di stanza in Mali, che con ogni probabilità saranno costretti a lasciare il Paese ripiegando nel vicino Niger, sebbene al momento non siano giunte conferme ufficiali da parte del ministero della Difesa. Macron ha quindi annunciato che sono state avviate consultazioni politiche e militari con i Paesi interessati per mettere in atto, entro giugno 2022, “i parametri di questa azione comune”.

Ora che l’annuncio di Macron ha ufficializzato una notizia che era nell’aria da tempo, resta da capire come sarà rimodulata la presenza francese (e dei suoi alleati europei, tra cui l’Italia) nel Sahel. Attualmente, infatti, circa la metà dei 4.500 militari francesi dispiegati nell’ambito dell’operazione Barkhane – lanciata nel 2014 per contrastare l’offensiva jihadista nel nord del Paese – sono di stanza in Mali, e secondo quanto riferito dal portavoce dello Stato maggiore della Difesa francese, il colonnello Pascal Ianni, “da 2.500 a 3.000” effettivi rimarranno presenti nel Sahel dopo il ritiro. Istituita su richiesta del governo maliano, Barkhane subentrò all’operazione Serval lanciata l’11 gennaio 2013 per bloccare l’avanzata della coalizione di jihadisti e ribelli tuareg diretti verso la capitale Bamako. Da allora Barkhane è diventata la più lunga operazione militare francese d’Oltremare dalla fine della guerra d’Algeria e al suo culmine è arrivata a contare fino a 5.500 uomini schierati in Mali, Niger e Ciad in collaborazione con i cinque Paesi della zona Sahel-sahariana (Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad): un intervento, quello francese, costato finora la vita a 58 militari, l’ultimo dei quali ucciso il 22 gennaio scorso nel bombardamento della base di Gao, dove c’è anche un piccolo distaccamento italiano

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