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Pubblicato il 11/07/2016

NORVEGIA: PRONTE AL COMBATTIMENTO LE DONNE DELLE FORZE SPECIALI

PARMA- Avevamo parlato tempo fa della costituzione di una squadra composta da 11 donne che faranno parte delle forze speciali norvegesi  denominate “Jagertroppen”– Dopo un anno di addestramento che comprendeva zavorrate, tecniche di combattimento in centri abitati, prove di sopravvivenza artica, lanci con il paracadute e tanto altro, sono state abilitate al combattimento e pronte a “partire”.-

LE DONNE SARANNO IL 20% NELLE FORZE ARMATE NORVEGESI
I norvegesi hanno un esercito di soli 17mila soldati in servizio permanente (più 8mila di leva e 45mila riservisti). Da 2 anni è iniziato un programma di arruolamenti che prevede anche ad una cospicua presenza femminile in Marina, Aviazione, Esercito, e perfino nella Guardia Reale. Obbiettivo del un 20% che sarà raggiunto, in anticipo, quest’anno. Fino al 2015 la leva di 12 mesi era obbligatoria per i maschi diciottenni idonei,dal 2014 la legge prevede con decorrenza 2016 il servizio è previsto anche alle ragazze. La prima tornata di coscritte entrerà in caserma tra pochi giorni.

GOVERNO PREVIDENTE  CON FONDI RISPARMIATI  DAL PETROLIO
La Norvegia ha accantonato per le future generazioni 375 miliardi di dollari dalle vendite del petrolio del Mare del Nord e vuole costuire il futuro delle nuove generazioni con lungimiranza ed analisi geopolitiche centrate:

. «L’esperienza in Iraq, e poi in Afghanistan con la Nato, evidenzia che senza donne opportunamente addestrate in molti Paesi diventa impossibile entrare in contatto con la popolazione locale»: Frode Kristoffersen è il pluridecorato comandante delle Forze Speciali norvegesi. «Le ragazze che stiamo formando stanno facendo grandi cose», riprende Kristoffersen. «Anche quando, a fine addestramento, non vengono subito spedite in missione ma scelgono ulteriori percorsi formativi o entrano in altri battaglioni, sono in grado di alzare il livello medio delle scuole e delle unità a cui arrivano. Abbiamo dimostrato che se le donne seguono un programma fatto per loro sanno raggiungere risultati eccezionali. Sono tenaci e caparbie, si pongono traguardi altissimi».
L’operazione Jegertroppen è partita nel 2014: 6 mesi prima il colonnello Eirik Kristoffersen, allora capo delle Forze Speciali , si è preso l’incarico di creare un’unità di sole donne. «Pochi mesi dopo erano pronti i fondi, due medici, un fisioterapista e tre istruttori dedicati», spiega il tenente Rine Veberg, scelta a guida del plotone.
Trovare le volontarie per le Jegertroppen è stata una procedura semplice: a 4.000 ragazze in possesso dei requisiti necessari l’esercito ha spedito a casa una lettera in cui si illustrava la possibilità. Il primo anno ci sono state 319 risposte, ma solo in 10 sono riuscite a superare i test di ammissione (174 domande, 11 ammesse nel 2015; 220 domande, 10 ammesse nel 2016).

ADDESTRAMENTO FISICO ALLA RESISTENZA

«Gli allenamenti per i primi 6 mesi sono identici a quelli previsti per i paracadutisti, con talloni consumati fino alla carne e fratture del bacino, ernia del disco e usura delle ginocchia», dice il tenente Veberg . «Gli uomini all’inizio sembrano più solidi, mentre le donne sono più soggette a cedimenti. Dopo qualche mese il rendimento fisico è pari. Le donne però portano in dote abilità che gli uomini non possono apprendere: sono più attente ai dettagli e affidabili, oltre che più capaci di reagire alle difficoltà», aggiunge il capitano Vegar Harviken, responsabile del training di tutte le Forze Speciali.
Il colonnello Kristoffersen racconta: “ero a Tampa persso ilcomando delle forze speciali e ho assistito a sorpresa ad una relazione sulle Jegertroppen. So che sia gli inglesi che gli svedesi si stanno muovendo per costruire pattuglie simili a questa».

jager.11

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