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Pubblicato il 11/07/2016

UN TERRORISTA DI GUANTANAMO ACCOLTO IN ITALIA “PER MOTIVI UMANITARI”


Paul Lewis, inviato di Onbama per la questione della chiusura del carcere : “secondo le statistiche della stessa amministrazione Usa, il 13% dei detenuti liberati dopo l’insediamento di Obama hanno ripreso le armi”.


Il ministero degli Esteri ha diffuso una nota in cui comunica che “l’Italia accoglie per motivi umanitari un detenuto della base di Guantanamo”. La Farnesina spiega che l’Italia ha accettato l’istanza di Fayiz Ahmad Yahia Suleiman, cittadino yemenita detenuto nel campo di Guantanamo, di essere accolto per motivi umanitari”.
Yahia-Suleiman
Guantanamo è la base Usa a Cuba dove dal gennaio del 2002 vennero imprigionati, su ordine dell’allora presidente George W. Bush, i “nemici combattenti” dell’America , catturati in Afghanistan o nel resto del mondo perché ritenuti collegati ad attività terroristiche.

Washington ”è grata al governo italiano per il suo gesto umanitario” di aver accolto un detenuto da Guantanamo e ”per la volontà di sostenere gli attuali sforzi americani di chiudere la prigione”. Lo dichiara in una nota il Pentagono.
Fayiz Ahmad Yahia Suleiman, 41 anni, nato in Arabia Saudita, era detenuto da più di 14 anni. Dei 78 prigionieri ancora a Guantanamo, 28 sono, come Suleiman, considerati dalle autorità Usa “trasferibili” in un altro Paese ma che non può essere quello d’origine dove rischierebbero di finire di nuovo in prigione o peggio.
Per il suo trasferimento Fayiz Ahmad Yahia Suleiman, ha ottenuto l’unanime approvazione di sei dipartimenti e agenzie, compresa la task force incaricata di rivedere i casi dei prigionieri. Lo rende noto il Pentagono, precisando che il segretario alla Difesa ha già informato della decisione il Congresso. Già nel novembre del 2009 due tunisini erano infatti stati trasferiti nella penisola.

Il 21 gennaio 2009 il presidente statunitense firmò l’ordine di chiusura del carcere . Il voto contrario del Senato degli Stati Uniti, 80 voti sfavorevoli e 6 favorevoli, ha respinto il piano di chiusura che prevedeva un costo di circa 80 milioni di dollari, consentendo così che ad oggi vi siano ancora 78 detenuti rinchiusi a Guantanmo.

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