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Pubblicato il 07/05/2019

PENSIONE AI CANI MILITARI: RICHIESTA DEL MINISTERO A SME DI APPROFONDIRE

Il Ministro Trenta ha preannunciato una indagine conoscitiva per approfondire alcune richieste giunte di offrire ai cani militari una pensione.
“E’ stata portata alla mia attenzione la questione dei cani che operano nei nostri team di ricerca di armi ed esplosivi. Ho già chiesto all’Esercito un approfondimento per valutare i margini di intervento”- ha dichiarato. I vertici militari che chiedono che ai cani impegnati nelle missioni venga garantita una “pensione” e un’assicurazione per le spese veterinarie. Ad oggi, infatti, questi animali venivano generalmente adottati dai singoli militari, ai quali restavano in capo tutte le spese. La questione si è concretizzata anche con un’interrogazione dell’on. Michela Vittoria Brambilla che chiedeva al ministro della Difesa l’impegno a garantire una vecchiaia serena agli animali.

Le domande poste dalla interrogazione
1) i cani dell’unità cinofila dell’Esercito, considerati «militari a tutti gli effetti» e impiegati anche all’estero in azioni di ricerca esplosivi e di bonifica, sono operativi fino all’età di otto anni, durante i quali ricevono cibo, cure veterinarie e, se del caso, anche decorazioni; 2) raggiunta l’età massima, gli animali «congedati» possono essere affidati ad un civile o, come accade per lo più, al loro conduttore, che deve prendersene cura in toto, pagando di tasca propria cibo, terapie e medicine; 3) c’è un limite di età anche per il conduttore, al quale, compiuti 40 anni, non è più consentito l’abbinamento con un altro cane operativo -: se corrisponda a verità quanto esposto nell’articolo e, in tal caso, se il Ministro interrogato non ritenga opportuno assumere iniziative per garantire una serena vecchiaia ad animali così benemeriti e per non disperdere la professionalità dei loro conduttori.

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