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Pubblicato il 21/11/2016

RASSEGNA: “LA STAMPA” PARLA DEI GIS

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La Stampa (Ed. Nazionale)
sezione: Italia data: 21/11/2016 – pag: 13

Pronti in mezz’ora contro i terroristi Così si addestrano gli uomini del Gis

Livorno, una giornata con il reparto d’élite dell’Arma dei carabinieri Durante le esercitazioni che simulano i blitz sono usati proiettili veri

L’atterraggio dell’elicottero è assordante, una granata esplode e tinge il cielo di rosso, i colpi di pistola e dei fucili a pompa vengono sparati in una sequenza veloce e imprevedibile. Anche un orecchio inesperto coglie che non si tratta di munizioni a salve.

E inevitabilmente, l’adrenalina scorre a mille. Siamo nel mezzo di una simulazione dei carabinieri del Gis, ma l’atmosfera, le detonazioni, la pianificazione degli interventi sono quanto mai tangibili, concreti.
Senza identità
Le scene si srotolano a ritmo incalzante. Prima, il salvataggio di una persona assalita nonostante la scorta. Poi, il recupero dei passeggeri di un autobus dirottato dai terroristi. Tutti gli uomini hanno sempre il passamontagna mephisto nero calato sul volto a protezione dell’identità e un imperativo categorico: sparare il meno possibile, utilizzando la forza in modo progressivo, per non compromette l’esito del piano.

Avviene tutto in una manciata di minuti, nella campagna di Valle Uggione, alle porte di Livorno. È più di una consapevolezza. E’ la realtà: la lotta al terrorismo islamico passa anche da questi casolari abbondanti e questi campi ricoperti da manichini usati come bersaglio. È in questa radura incolta protetta da sguardi indiscreti – cogestita insieme ai paracadutisti della Folgore – che si svolge l’esercitazione del Gis. Perché, assodato che in materia di terrorismo il rischio zero non esiste, decisamente prioritaria, al di là della prevenzione, è l’organizzazione di operazioni speciali, ad alto rischio, rapide e risolutive. Come quelle del Gruppo d’intervento speciale, il Gis di Livorno appunto preparate anche a gestire i pericolosi foreign fighter.
L’emergenza
Cento uomini dell’Arma, agli ordini del colonnello Gianluca Feroce, pronti ad intervenire di fronte alle emergenze più pericolose del Paese. Mezz’ora il tempo massimo in cui una squadra del Gis si mette in azione nel Centro Nord, mentre il Centro Sud è affidato all’esperienza e alla professionalità dei poliziotti del Nocs. Ma non mancano neppure le missioni all’estero del Gis: dal Kosovo all’Albania e Bosnia-Herzegovina e, più recentemente, in Afghanistan e Iraq. Anche nell’ambito di una componente Joint a cui aderiscono forze speciali dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica.

Il Gis è un corpo d’élite antiterrorismo e anti guerriglia costituito da militari super addestrati. «Dobbiamo essere pronti in qualsiasi momento e in maniera professionalmente impeccabile – osserva il comandante generale dell’Arma Tullio del Sette, presente alla dimostrazione -. I tempi e le modalità di reazione ad un attentato sono il frutto di una programmazione meticolosamente studiata».

I carabinieri del Gis agiscono in tempi veloci, i loro movimenti sono scanditi a un ritmo che non ammette pause o esitazioni. Con una regia perfetta, come in un’orchestra sinfonica. «Il coordinamento è fondamentale – ammette il colonnello Feroce -, ci prepariamo lavorando in coppia. Più coppie costituiscono un team: la forza del singolo è il gruppo e viceversa. Impossibile prescindere da questo principio». Nato nel 1978 su impulso dell’allora presidente dell’Interno Francesco Cossiga, per fronteggiare l’emergenza delle Brigate rosse, il Gis collabora con le omologhe forze militari stranieri. In particolare con la Sbs inglese e il Gsg9 tedesco, mentre con l’americana Fbi e con Scotland Yard i carabinieri del Gis condividono le tecniche di formazione psicologica e e neuro linguistica per i «negoziatori». Cinque sono gli addetti alla mediazione antiterrorismo per la risoluzione delle situazioni di crisi, soprattutto in presenza di ostaggi. Più altri 72 negoziatori di primo livello, presenti nei vari comandi provinciali dell’Arma. In modo capillare, inserite nei nuclei radiomobili del 112, sono inoltre distribuite le Api (Aliquote di primo intervento) e le Sos (Squadre Operative di Supporto).
La preparazione
Ogni operatore del Gis ha una preparazione che prevede tecniche da subacqueo, paracadutista, discesa rapida da pareti ed elicotteri e incursioni su aerei e navi. Nervi saldi, equilibrio psico-fisico e resistenza allo stress sono requisiti essenziali degli uomini del Gis. Qualità che emergono anche durante l’esercitazione a Valle Uggione.

Il blitz contro il dirottamento dell’autobus – durante il quale partecipa anche Gas, cane pastore belga dell’unità cinofila – rivela l’attenzione al rischio maggiore dell’allarme jihadista . Quello degli insidiosi «lupi solitari». «Sono i più difficili da affrontare – sottolinea il comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette -, come dimostrano i drammatici episodi francesi di Nizza e Rouen. L’addestramento costante del Gis punta ad affrontare l’emergenza, nonostante le difficoltà a monitorare una simile minaccia». Tanto più che l’impegno del Gis si manifesta non in maniera isolata, ma sinergica e complementare. In modo da affrontare la minaccia dell’estremismo musulmano in tutte le sue potenziali declinazioni.

IL VIDEO DELLA ESERCITAZIONE

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