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Pubblicato il 02/12/2021

RASSEGNA STAMPA: IL 28mo REGGIMENTO PAVIA

LA NAZIONE DEL 2 DICEMBRE 2021
PESARO pag. 21
Il 28° “Pavia” tra ricordi e futuro

Il Reggimento con sede a Pesaro si svela in una mostra alla Sala Laurana in occasione dei suoi 160 anni

PESARO «Il 28° Reggimento Pavia, tra passato e presente» sarà una mostra ospitata in Prefettura, nella sala Laurana, dal 4 al 12 dicembre per festeggiare i 160 anni dalla fondazione del Corpo. In 20 pannelli la narrazione, messa a punto dall’Unione nazionale ufficiali in congedo, «si ripercorreranno i momenti significativi di una lunga storia fino all’evoluzione odierna – osserva il generale Luigi Caldarola, presidente della sezione provinciale Unuci, soffermandosi proprio sul presente da forza speciale rivestito oggi dal 28° -.

Molti sanno, ma non tutti che il 28° riveste un ruolo di primo piano nelle Comunicazioni operative». Vero. Da difensore dei confini quando ancora il Regno d’Italia non era definito, il soldato del 28° è arrivato ad essere oggi un “ponte culturale” nell’ambito delle operazioni Nato, tra le popolazioni. «Sì. Il presente del Reggimento Pavia è iniziato nel 2004 quando quando il Reggimento si è trasformato in comunicazioni operative, cioè garantisce il supporto alle Forze Armate, impegnate principalmente all’estero, in aiuto alle azioni svolte sul campo dai soldati. Si tratta di un’attività utile a far comprendere alle popolazioni meglio le ragioni dell’azione laddove insistono le missioni Nato. La comunicazione avviene grazie all’analisi che il personale specializzato svolge a monte, studiando abitudini, costumi e tradizioni per entrare in contatto e creare un ponte culturale con i civili». Molti, ma non tutti, sanno che Pesaro è oggi la sede di “Radio Esercito”, mentre in passato è stata sede del Car, centro addestramento reclute. «Sì, Radio Esercito è un’emittente web la cui programmazione è fatta dagli specialisti del 28° Pavia.

Trasmette otto ore al giorno musica e notizie a livello nazionale sulle Forze Armate». Sono nitide nella memoria di molti le feste del giuramento in Piazza del Popolo… «Assolutamente: è una fotografia che ci sarà in mostra. Il servizio di leva è passato da tre anni sotto il Regno d’Italia fino ai 10 mesi del 1997 soppiantato poi dal servizio civile. A Pesaro è iniziato nel 1958 fino alla sospensione della leva nel 2004». E’ vero che per Pesaro sono passati 700mila giovani? «Sì. A Pesaro così tanti hanno affrontato il primo impatto con la vita militare: qui avveniva il primo mese da reclute. L’esperienza era notevole: visita medica, taglio dei della vestizione, vivere in camerate tra persone provenienti da tutte le parti d’Italia: è stato un periodo significativo per la dimensione sociale». A cosa pensa? «Ho fatto una ricerca sui dati economici: è risultato che i ragazzi, nel primo mese di Car a Pesaro, hanno speso mediamente tre volte tanto quanto poi avrebbero speso nella località di destinazione. I vaglia da parte della famiglia, nel primo mese di distacco, erano molto più corposi rispetto ai successivi». Cos’altro? «I giovani dal ’78 in poi andavano in libera uscita in borghese ma li si riconosceva perché si muovevano in gruppo. Come erano organizzati in caserma. La squadra era costituita da non meno di 12 persone, fino ad un massimo di 24». Dove andavano a ballare? «A Gabicce, ma le reclute si lamentavano. Dovendo rientrare alle 23 non riuscivano a passare la serata in dolce compagnia come avrebbero aspirato a fare». Un altro mondo rispetto gli anni post unitari. «Vero molti soldati hanno combattuto gomito a gomito comprendendosi a stento, per via dei tantissimi dialetti di origine». Prima le Forze Armate erano allertate per la difesa del territorio, quindi dei confini. «Vero fino alla fine degli anni ’80 l’esercito, in particolare, era dislocato al nord est dove proveniva il potenziale nemico. Con la caduta del muro di Berlino e della Guerra fredda il pericolo è venuto meno. Le esigenze della comunità emerse durante il ’68 hanno avviato il percorso di obiezione verso le armi. La Difesa nell’ambito delle operazioni Nato è diventato un servizio altamente specializzato e professionale». Cosa appare nella mostra? «E’ stata pensata per rircordare il coraggio e i sacrifici di coloro che ci hanno preceduto servendo con onore la Patria. Si racconta l’esperienza di uomini che vestendo i colori del 28° hanno affrontato rischi estremi compiendo gesti arditi per l’ideale di libertà e difesa della Patria. Meritano il nostro rispetto e il nostro ricordo». Orari mostra: 10-12 e 16,30-19. Solidea Vitali Rosati

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