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Pubblicato il 21/09/2022

RASSEGNA STAMPA: ITALIA OGGI- L’ITALIA DOVREBBE DOTARSI DI UNA FORZA ANFIBIA CHE SI RISPETTI

ITALIAOGGI
sezione: I COMMENTI data: 21/09/2022 – pag: 2
autore: di Andrea Molle

il punto

L’Italia deve dotarsi di una forza anfibia che si rispetti


La guerra in Ucraina dovrebbe avere l’effetto di svegliare l’Italia sull’inadeguatezza delle proprie Forze Armate, soprattutto nell’ambito delle forze terrestri. Per anni la retorica anti-militarista, che deve essere distinta dal pacifismo inteso come la giusta volontà di evitare lo scontro armato per la risoluzione dei contenziosi internazionali, ha fatto sì che il nostro strumento militare piombasse in uno stato di arretratezza tecnologica e operativa dal quale è difficile liberarsi se non programmando ingenti investimenti e profonde ristrutturazioni.

Se l’Aereonautica e la Marina hanno saputo col tempo pensare a piani di ammodernamento, magari non perfetti ma almeno capaci di offrire un salto di qualità, e ottenere i finanziamenti necessari ad attuarli, l’Esercito Italiano non ha mai goduto dello stesso trattamento. Forse per la mancanza di sponde politiche o di una visione per il futuro, l’eterna cenerentola delle FF.AA. è oggi sprecata come un costoso supporto alle forze dell’ordine invece che essere il fiore all’occhiello della forza di proiezione nazionale. Anche piani molto ambiziosi, come il progetto Soldato Futuro, si sono limitati a rimanere in gran parte sulla carta. Con la recente presentazione del concept paper Esercito 4.0, documento che individua cinque macro-aree su cui dovranno concentrarsi risorse e impegno per la forza armata, siamo di fronte ancora una volta alla scelta tra farne un attore di primo piano nel mondo occidentale o l’eterna comparsa alle dipendenze di altri paesi nei teatri internazionali.

In questo senso non aiuta la competizione tra le diverse branche delle nostre FF.AA. Aereonautica, Marina, Esercito e financo l’Arma dei Carabinieri non sembrano essere capaci né intenzionate a fare sistema, ma al contrario insistono a cannibalizzarsi a vicenda. L’esempio più evidente, oltre alla lotta intestina tra le forze aeree e navali per l’acquisizione dei velivoli F-35, è la forza di proiezione dal mare che vede da decenni Esercito e Marina alla ricerca di una completa integrazione la cui mancanza, spesso generata dall’orgoglio più che da difficoltà operative, impedisce al paese di dotarsi una forza anfibia realmente alla pari, se non addirittura superiore, di quella di gran parte dei paesi occidentali.

Le forze anfibie, grandi assenti nel concept paper appena presentato, dovrebbero anche in virtù della sua storia e della sua ambizione geopolitica mediterranea essere una priorità per l’Italia che rimane invece paradossalmente l’unico paese Europeo privo di un corpo dei marines che si rispetti.

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