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Pubblicato il 11/08/2016

SI AVVICINA LA BATTAGLIA DI MOSUL. ELICOTTERI E SOLDATI ITALIANI A DIFESA DELLA DIGA . UNA AZIENDA ITALIANA DI LOGISTICA CONSEGNA 90 CAMION IN ZONA DI GUERRA

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PARMA- La diga di Mosul, nell’Iraq curdo, è ad una manciata di chilometri dalla città- martire che le dà il nome, dove i tagliagole tengono in ostaggio gli abitanti, seviziandoli ed angariandoli per non farli fuggire, in previsione dell’imminente attacco da parte dell’esercito iraqeno e dagli alleati.

L’assalto principale avverrà da sud anzichè dal Curdistan: una scelta che “spingerà” i fuggiaschi verso nord, quindi anche verso la diga e verso la Turchia, che è a 80 chilometri. Confini porosi e ostilità verso i curdi potrebbero favorire infiltrazioni attraverso il paese di Erdogan , in Europa

Nel frattempo elicotteri italiani, da Erbil ,tengono sotto controllo l’area per occuparsi -come da richiesta delle forze in campo- del recupero di eventuali piloti amici abbattuti. Sono quattro NH90 e 4 “A129 Mangusta”.

La battaglia di Mosul, che avviene nel cuore dell’Iraq, sarà sanguinosa perché Isis ha avuto tre anni di tempo per prepararsi. Per Mosul si prevede un attacco coordinato di peshmerga curdi, di reparti scelti dell’esercito iracheno e di milizie sciite. L’attacco sarà preceduto da una campagna aerea.
Gli elicotteristi e incursori che l’Italia ha inviato a Erbil saranno preziosi in quello scenario.
Gli elicotteri sono stati trasferiti a pezzi in Iraq e lì rimontati e, dopo un puntiglioso esame in loco, dal mese scorso abbiamo ottenuto il via libera dello stato maggiore Usa.

I nostri bravissimi piloti AVES garantiscono di essere pronti a decollare nel giro di un’ora e di poter volare in profondità nel territorio ostile.

Gli elicotteri sono i mezzi più lenti e i più esposti al fuoco nemico; è previsto che arrivino per ultimi nell’area dove c’è la persona da prelevare. Con droni e cannoniere viene spazzato il terreno da elementi ostili, poi tocca agli elicotteri, a bordo dei quali ci sono incursori , che atterrano, recuperano il pilotae ripartono per le linee amiche.



92 CAMION DALL’ITALIA IN CONSEGNA ALLA DIGA

Nel frattempo alla diga fervono i lavori delle ditte italiane che la devono riparare, protetti da 500 bersaglieri. Si tratta di un cantiere che presto raggiungerà le 1500 unità, di cui almeno 300 Tecnici italiani che supervisioneranno il lavoro delle maestranze curde messe sotto contratto.

Grazie ad un ottimo spedizioniere italiano, che non citiamo per motivi di sicurezza, ben 60 camion sono stati consegnati in 12 giorni, ed altri 32 sono in viaggio mentre scriviamo. Nel primo lotto, c’è stato pure l’ attraversamento della Turchia con i carri armati per strada, il 15 Luglio, in pieno colpo di stato. Problemi logistici, doganali e di ispezioni da parte degli organi di controllo del governo iraqeno, sono stati tutti superati grazie alla capacità della azienda di logistica, abituata a consegnare nelle zone più pericolose del mondo. Un altro tassello che contribuirà alla riuscita del progetto.
Una task force “disarmata” in grado di collaborare perfettamente con tutte le parti interessate e di raggiungere il punto di consegna senza ritardi.

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