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Pubblicato il 25/01/2018

STORIA DELLA CAMPAGNA DI RUSSIA: 25.1.43- LA TRIDENTINA ED IL BATTAGLIONE TIRANO A NIKITOWKA

25 GENNAIO 1943: AD ARNAUTOWO IL “TIRANO” SI COPRE DI GLORIA ETERNA.

di Gaetano Canetti
Siamo al 25 Gennaio 1943 e la DIV. “TRIDENTINA” (Gen. Reverberi) continua ad avanzare nella sacca verso ovest: camminare e combattere tra i -30 e i -40 per tornare a baita. Tra le sue avanguardie vi è la 55^ CP. Del BTG. “VESTONE” (Magg. Bracchi) del 6° RGT. ALPINI (Col. Signorini) che entra insieme con degli Artiglieri Alpini in un lungo villaggio pieno di favi e di miele. Il Sergente Mario Rigoni (M.A.V.M.), nel suo memorabile quanto asciutto racconto de “Il sergente nella neve”, a pagina 100 e segg. ci riferisce di essere chiamato avanti dal Maggiore con la sua Breda pesante a supporto di alcuni artiglieri con una vecchia FIAT(che sparano bene anche loro…). Nello scontro rimane ferito ai piedi un ufficiale d’artiglieria. Il grosso della colonna si ferma lì, mentre il Vestone continua ad avanzare fino a sera verso un villaggio dove troveranno una sistemazione comoda e viveri in discreta quantità. Una stranezza: un giovane russo dal sorriso ebete che cammina sciancato e ride in continuazione. Il giovane sparirà e verranno trovate fuori nella paglia numerose armi: “doveva essere un partigiano in gamba” dice Giuanin. Fine. Notte tranquilla. Il racconto ricomincia dalle pendici a ridosso di Nikolajevka il 26 Gennaio.

Ebbene, proprio quella notte, nel villaggio appena dietro loro, è stata combattuta un battaglia terribile ed il 6° RGT. che era di avanguardia non ha sentito nulla, non intervenendo a dare man forte (e non andremo oltre nella questione ché 75 anni dopo può tranquillamente essere messa da parte).

Ma andiamo con ordine presentando i fatti.

La zona è tutta piena zeppa di truppe regolari russe e partigiani.

L’ufficiale di Artiglieria che Rigoni vede colpito (alle gambe) a Nikitowka (il villaggio del miele…) è un Maggiore e si chiama Meozzi, il comandante della 33° Batteria – Gruppo “BERGAMO” – 2° RGT Artiglieria da Montagna (Col. Moro). Questo ferimento porterà un piccolo terremoto nel reparto: il Capitano Bonfatti sostituirà il Maggiore e a capo della Batteria verrà messo il TEN. Capriata.

La località in cui il “sergentmagiù” trascorre la notte è Terinkina e vi trascorreranno lì quella notte tutto il BTG Vestone, la 255 CP del CAP. Zani del BTG. Val Chiese, quel che rimane del BTG. Verona, la 32° BTR del Gruppo Bergamo e due semoventi tedeschi: pronti per l’attacco previsto l’indomani mattina al presidio russo di Nikolajewka.

Gli altri reparti della punta più avanzata non ci stanno tutti nelle poche isbe e tornano sui loro passi nel villaggio precedente tra Terinkina e Nikitowka: ARNAUTOWO.

Questi reparti sono: le altre due compagnie del Val Chiese (253° e 254°) con la 112° Acc.to Armi, un plotone del XXX BTG GUASTATORI (proprio il gemello di quello di Caccia Dominioni ad El Alamein…), la 33° BTR comandata da Capriata ed il Reparto Munizioni e Viveri entrambi del Gruppo Bergamo.

Il 5° RGT. del Col. Adami (BTG. Edolo, BTG. Tirano e ciò che resta del BTG. Morbegno), il Gruppo Val Camonica e ciò che resta del XXIV Panzercorps sono tutti a Nikitowka, con la colonna di 35.000 – 40.000 uomini che seguono come possono.

Ad Arnautowo Capriata fa disporre i quattro pezzi da 75/13 con uomini di guardia e circa 250 colpi. Duecento di quei colpi li ha rinvenuti nei primi giorni della ritirata ad Opyt e li ha fatti caricare sulle slitte al posto dei quarti di bue congelati (che i suoi artiglieri alpini scaricano brontolando…) e delle cassette degli ufficiali.

I russi verso le ore 23 del 25 Gennaio attaccano in forze proprio su Arnautowo e cercano di dividere in due la colonna: se ci fossero riusciti avrebbero separato i reparti ancora efficienti di testa con conseguenze disastrose ed irreparabili.

Ufficiali maggiori non ce n’è; un rapido consiglio di guerra tra tenenti/capitani e via, a difendere sia i pezzi sia la strada che deve portare a Nikolajewka tutti gli altri reparti organici che stanno a Nikitowka ma anche gli uomini sbandati che seguono come possono.

La battaglia è feroce e convulsa, fatta di centinaia di scontri e di cannonate ad alzo zero: nel bagliore degli scoppi e dei traccianti, ognuno vive il suo inferno ma insieme ai propri compagni.

Capriata è ferito gravemente quasi subito; si offre di prendere il suo posto al comando della batteria il CAP. Luciano Capitò del Comando Alpino (Ufficio Recuperi) che è lì per un semplice caso: morirà da prode.

Alpini ed Artiglieri Alpini si prodigano per mantenere le posizioni, passano le ore, ma non arrivano i rinforzi.

Tra tutti ricordiamo il S.TEN. Leonida Magnolini Sezione Munizioni e Viveri del Gruppo Bergamo ed il CAP. Luigi Albera del Comando 2° RGT. Artiglieria Alpina.

Nessuno fa un passo indietro.

Solo alle ore 5,00 di mattina arriverà l’avanguardia della colonna proveniente da Nikitowka: il 5° RGT del Col. Adami col suo BTG. TIRANO agli ordini del Magg. Maccagno.

Il motto del TIRANO è una profezia: “MAI TARDI”.

Il Maggiore dispone il seguente ordine di attacco alla selletta di Arnautowo: la 46° Compagnia del CAP. Grandi attaccherà al centro, la 49° del CAP. Briolini sulla sinistra entrambe a contenere gli assalti, mentre la Compagnia Comando tenterà un largo aggiramento sul fianco avversario.

I russi avanzano con i loro rauchi “HURRAH…”: muoiono a capo della 49° prima il CAP. Briolini, poi il TEN. Nicola e quindi il S.TEN. Soncelli e della 46° Il CAP. Grandi poi il TEN. Perego.

La Compagnia Comando avanza e muore il S.TEN. Giuliano Slataper ma il TEN. Alessandria, con un manipolo di intrepidi, riesce ad arrivare alle spalle dei russi.

Ecco il fatto dal racconto dell’Alpino Filippo Bianchi:

“Dalla cima del canalone vediamo i russi appostati dietro i pagliai che, con tutte le loro armi, bersagliano gli alpini sulla china di fronte. Pedrana piazza la Breda, arma il carrello e spara. I colpi non partono. L’arma si è inceppata. Il sergente dice che è per il freddo e che bisogna scaldarla. Cerchiamo di fare pipì sopra la canna, ma purtroppo, sarà il freddo, per la fatica, per la paura, di pipì ne abbiamo solo poche gocce ciascuno ed anche quelle più gelate dell’arma. Prendiamo due coperte e strofiniamo energicamente la Breda. Pedrana riarma il carrello; rimaniamo col fiato sospeso perché dal funzionamento della mitraglia dipende la nostra vita, ma il sergente, che conosce bene la sua arma, ci rassicura volgendosi verso di noi e sorridendoci tranquillo. Tira il grilletto e partono i primi colpi; Pedrana si apposta meglio, prende accuratamente la mira, ci dice di tenere ben saldo il treppiede ed inizia il fuoco rapido, una lastrina dopo l’altra. I russi, colti di sorpresa alle spalle e sotto il nostro fuoco micidiale, abbandonano le armi pesanti, si danno alla fuga infilandosi in una specie di pista incassata fra due alte muraglie di neve. La battaglia di Arnautowo è finita; il Tirano è stato magnifico.”

La colonna può riprendere il cammino verso Nikolajewka: lì altro coraggio e altro sangue serviranno per tornare a casa.

Saranno distribuite, alla memoria, per questa unica battaglia, N° 9 Medaglia d’Oro al Valor Militare, tutti i nomi degli Ufficiali morti che abbiamo citato sottolineando i loro nomi: 6 appartenenti al solo BTG. TIRANO.

Questi Uomini avrebbero potuto nascondersi in mezzo alle migliaia di sbandati, sottrarsi alla battaglia, magari aver salva la vita: non l’hanno fatto.

Per questo li ricordiamo e diciamo grazie, perché hanno salvato non solo i loro compagni, ma anche noi dal grigiore di una vita senza ideali.

Viva l’Italia del Dovere, del Sacrificio, della Bellezza.

mai-tardi

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