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Pubblicato il 16/06/2016

SVIZZERA: LA MILIZIA ADDESTRA UNA FIORISTA COME CANNONIERE LEOPARD

Da fiorista a puntatrice sul carro armato Leopard

Alexandra Schnyder, 19 anni, non ha alcun tipo di legame con l’esercito, salvo il fatto che il padre e il fratello hanno ovviamente dovuto prestare servizio. Tuttavia la ragazza ha sempre cullato l’idea di indossare l’uniforme e il giorno del reclutamento ha scelto la funzione di puntatrice sui carri armati Leopard. Abbiamo incontrato la giovane fiorista glaronese.

In mezzo ai suoi colEGhi maschi, in semicerchio, Alexandra Schnyder non fa certo una brutta figura. Con i pugni chiusi dietro la schiena, ascolta attentamente le ultime spiegazioni dell’istruttore prima dell’ispezione che avrà luogo il giorno seguente. Dopo 20 settimane di scuola reclute a Thun, Bure e Hinterrhein la giovane ragazza ha imparato molto più di quello che si sarebbe potuta aspettare. Eppure la glaronese non arriva da una professione particolarmente maschile: prima di entrare a far parte dell’Esercito svizzero ha infatti concluso l’apprendistato di fiorista. «Ho sempre avuto questa idea in testa e ho deciso spontaneamente di presentarmi al reclutamento. Non sapevo quale funzione scegliere e poi mi sono detta che nella vita di tutti i giorni non avrei avuto spesso l’opportunità di lavorare con 56 tonnellate d’acciaio», spiega Alexandra.

Nel mese di ottobre dell’anno scorso la giovane ragazza ha quindi cominciato il suo servizio militare presso la scuola dei blindati 22. «All’inizio è stato un po’ strano. Credevo che avrei avuto molti più problemi a farmi accettare dai miei colleghi maschi. Alla fine, con un po’ d’umorismo, sono riuscita a guadagnare la loro fiducia», racconta Alexandra, aggiungendo: «Le prime sette settimane d’istruzione di base sono state veramente difficili, in particolare visto che ho problemi d’asma». Quando le si chiede se i suoi colleghi maschi l’abbiano aiutata solo perché è una donna, Alexandra risponde sottolineando che tutti aiutano tutti, indipendentemente dal fatto che si tratti di uomini o donne. Come si usa dire, sono tutti sulla stessa barca.

Un periodo di «vita dura» non fa male a nessuno

Anche i quadri e gli istruttori sono sorpresi dall’eccellente percorso di Alexandra Schnyder. «Da quello che mi ricordo, negli ultimi dieci anni nessuna donna è mai entrata a far parte delle truppe blindate. L’ultima recluta femminile si era infortunata e aveva dovuto interrompere la sua scuola reclute», ricorda l’aiutante sottufficiale André Wullschleger, aggiungendo: «Il soldato Schnyder fa parte delle nostre reclute migliori ma non ha voluto passare a un grado superiore».

Per questo percorso un po’ speciale la giovane ragazza ha potuto contare sul sostegno incondizionato delle sue amiche d’infanzia. «Mi hanno appoggiata sin dall’inizio e capiscono che non ho sempre il tempo d’incontrarle durante i fine settimana», confida Alexandra. «È un’esperienza che mi ha insegnato molto e se posso dare un consiglio ad altre donne, non bisogna esitare a entrare nell’esercito o nelle truppe blindate. Cinque mesi di ‘vita dura’ non fanno male a nessuno», conclude la militare.

 

Al momento della pubblicazione di questo articolo il soldato Schnyder avrà terminato la sua scuola reclute e sarà tornata a svolgere la sua professione di fiorista.

 

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