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Pubblicato il 03/08/2016

TAJIKISTAN: CHI SCRIVE TROPPO DIFFICILE O CON PAROLE STRANIERE VIENE MULTATO

Il governo del Tajikistan , per contrastare l’abuso di espressioni magniloquenti e termni stranieri negli articoli di giornali, ha deciso di multarli. “Ci sono casi in cui i giornalisti usano nello stesso articolo, o nello stesso servizio, almeno 10 parole che il lettore o lo spettatore medio non capiscono”, ha commentato Gavhar Sharifzoda, presidente della commissione per il linguaggio dello stato. Per i giornalisti si va da 75 a 100 dollari, per le istituzioni anche 200.

In Tajikistan, sia per questioni storiche che per motivi geografici, si parlano diverse lingue. Il tajiko – unica lingua ufficiale – è pressochè uguale al farsi (ma è scritto con caratteri cirillici anziché arabi). Alcuni avvertono la crescita del dari, la lingua di origine persiana parlata nel vicino Afghanistan del farsi stesso, che è uguale. Il russo è ammesso come lingua di scambio tra le varie componenti della società.

Alla base di questa preoccupazione del governo c’è un problema con le lingue del Paese e con la lingua ufficiale, che si riverbera nelle espressioni dei giornali e dei tg. Certo, oltre alle velleità intellettualistiche di certi giornalisti, il paese ha anche altri nemici: la tradizione russa/sovietica, eliminata con il bando del vecchio Babbo Natale comunista, e la religione islamica, tenuta a bada radendo con la forza le barbe delle persone.
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