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Pubblicato il 02/03/2014

TURBANTI E VELI IN CAMPO: IL CALCIO TOGLIE IL VETO

PARMA- Giocare a calcio indossando l’hijab o un turbante da oggi si può: così afferma l’annuncio fatto dal segretario generale della Fifa Jerome Valcke, al termine della riunione dell’International Board (Ifab) a Zurigo. A nulla sono valse per proteste di chi ritiebne che i simboli religiosi non debbano essere ostentati.

Per prima si era mossa la federazione asiatica, per chiedere l’abolizione dello hijab, dopo il caso (nel novembre 2011) delle ragazze iraniane escluse dalle qualificazioni per l’Olimpiade di Londra 2012 per il rifiuto di togliersi il velo prima di giocare contro la Giordania. Era arrivata la sconfitta per 3-0 a tavolino e la conseguente eliminazione.

Affermando che “deve essere consentito a tutti di giocare al calcio, a prescindere dal credo religioso”, l’Afc aveva chiesto l’abolizione del divieto e un periodo di prova (concesso). Successivamente, l’anno scorso, c’era stato il caso di una squadra, interamente formata da giocatori di etnia Sikh, a cui era stato impedito di giocare un torneo in Canada, perché nessuno di loro aveva voluto togliersi il turbante. Allora la richiesta di abolizione del divieto di coprirsi il capo era stata estesa anche al settore maschile.

Ora l’International Board (Ifab), e quindi la Fifa, ha stabilito che “i calciatori possano giocare con il capo coperto”, come ha detto Valcke, e al più presto una circolare esplicativa verrà inviata a tutte le federazione calcistiche nazionali. Veli e turbanti dovranno comunque essere conformi alle divise indossate dai giocatori e non essere d’intralcio o pericolo per gli avversari. Non potranno nemmeno formare un solo ‘pezzo’ con le maglie, da cui dovranno quindi essere staccati (vietati, in pratica, i cappucci come si sono visti nell’atletica).

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