OPINIONI

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Pubblicato il 19/10/2017

2004: SCRITTO AI TEMPI DEL MARCIA O CREPA- PARACADUTATI PART TIME

Qualche anno fa, quando si facevano i lanci da vettore militare con decollo da Pisa, il nostro giornale organizzò per tre volte (che furono proprio le ultime tre, prima del blocco dei lanci), una attività da fare appena atterrati: ritirare lo zainetto portato con il bus in zona lanci e marciare verso il CAPAR .
37 chilometri , scollinando sul Monte Serra., con arrivo in sette ore circa, in piena notte. Doccia al Capar e rientro a casa.
Alla prima edizione parteciparono in 68 , alla seconda 80 e alla terza ed ultima in 115 .
I lanci da vettore militare già da un paio di anni si erano “risistemati” , grazie alla satira del “Pitti Lancio” , ovvero articoli da noi pubblicati che raccontavano anche con foto gli abbigliamenti ed i comportamenti più ridicoli.
La seconda fase , fu quella di trasformare quella giornata in vero addestramento. Fu un successo.
Poi srrivò il blocco dei lanci.

Ecco l’articolo del Dente Avvelenato SCRITTO NEL 2006, che commmenta severamente la prima edizione, dove ci fu qualche defezione di coloro che andavano a fare i lanci dal G222 per “un giro in giostra”, che scomparirono nelle successive due edizioni perchè fu deciso che la precedenza a bordo la avessero quelli che concludevano l’addestramento con la MARCIA O CREPA.


PARACADUTATI PART TIME

Il quadro che mi hanno riferito e documentato è desolante: alle ore 16.15 del giorno 27 Novembre un nutrito gruppo di aspiranti paracadutisti ( erano stati appena paracadutati) , si è ritirato dalla Marcia O CREPA per motivi di orario. Han preferito crepare prima di marciare.
Han preferito panino,polpetta e senape con birra alla attività addestrativa.
Come al solito.
Hanno preferito tornare a Pisa in pulman,dopo abbondanti rutti davanti al chioschetto dei panini,già sbracati e soffisfatti di sé.
Evidentemente per questa razza di paracadutati la birra al chioschetto dopo il lancio equivale alla sigaretta dopo l’atto sessuale.
Per i Paracadutisti,al contrario, il vero piacere è l’azione dopo l’atterraggio.
Con la birra in mano ci si racconta balle terribili su fatti accaduti in aria,come se nessuno avesse visto : sbretellamenti ,condense,foschie,nuvole,turbolenze,avvitamenti,emergenze, soste alla porta di quello davanti, episodi da Saint Marie Eglise.
Parlano quasi da soli: l’altro tutt’alpiù ha da raccontare le sue, di balle, e stacca il ricevitore.
Per due orette si sentono le più grosse cazzate del mondo.
Si devono sentire veri paracadutisti, quelli che sono andati a Pisa per la patacca, insieme a coloro il cui stato fisico è pre-agonico e quelli che considerano il lancio una specie di malinconico revival, con tanto di tuta da lancio anni 70.
Cinturoni , giberne ed elmetti da special forces hanno avuto il loro momento di gloria.
Potranno raccontarlo agli amici ad alta voce, all’AUTOGRILL.
E si piaceranno molto.
Ridicoli.
Oltre 50 persone in servizio sono state impiegate SABATO 27 NOVEMBRE per far divertire 133 paracadutati. Una media di 1 ogni 2,5 .
Solo quaranta di loro sono tornati a piedi a Pisa.
Sette sono stati vergognosamente favoriti : hanno fatto due lanci in un solo giorno. Erano di Pisa.
Alla faccia della precedenza da dare a chi abita lontano o a quelli della marcia.

VORREI MA NON POSSO
Mi segnalano che almeno 50 di loro hanno dichiarato ad alta voce che avrebbero voluto esserci, ma motivi,tutti importantisssssssimi, lo hanno impedito, e che sicuramente il 18 di dicembre ci saranno.
Chissà che la dichiarazione di intento di fare la MARCIA O CREPA, diventi una specie di simil patacca che abilita a dichiararsi simil-pattugliatore.
Una carrellata delle scuse più gettonate:
E’ troppo tardi, chissà a che ora arriviamo
Mi fa male la schiena.
La prossima volta ci sono di sicuro.
Non ne sapevo niente,perché non mi avete telefonato?
Ma siete matti? Ma chi ve lo fa fare ( il 75% delle risposte)
Mi fa male il ginocchio.
Ho parenti a cena.
Persino i 7 pisani, inspiegabilmente messi a bordo della prima e della quinta sortita si sono lamentati .
Uno di loro con faccia da furbo e nome tedesco si è lamentato con il D.L.: CAZZO MI HANNO MESSO SECONDO ALLA PORTA ( prima sortita).Era contrariato.Voleva di più. Non gli bastava la “doppietta”.
Mi dicono che l’obbiettivo dichiarato del webmaster di questo sito è quello di dare posti al lancio SOLO a chi fa addestramento a terra dopo l’atterraggio.
Riordinamento di corsa, una pattuglia oppure una lezione di topografia oppure un rientro a Pisa a piedi, con attivazioni o in bianco.

Cose da Paracadutisti, non da paracadutati.
Gli altri, I TURISTI, i non idonei, quelli oltre l’età della riserva, quelli fisicamente non in ordine, possono sempre utilizzare le scuole ANPDI disseminate sul territorio.
Non fa una grinza,vero?
E invece no!: Il grande equivoco dell’ANPDI: VIENE “VENDUTA” COME UNA ASSOCIAZIONE LIBERA E GARRULA, APERTA A TUTTI E DI TUTTI.
Puoi andare in aeroporto vestito come vuoi.Puoi metterti il Basco addirittura senza fare lanci,puoi scendere negli autogrill e farti ammirare con la tua tuta da rambo navy-seals ( si ma con scarpettine da ginnastica, chè sennò gli fanno male a guidare,povera mezzaseghina…)
Puoi essere zoppo,storto,gobbo, obeso:Tutto fa brodo.
Tutto fa iscrizione.Certi istruttori sono peggio dei loro allievi. Selezione zero.”Vuoi andare a fare il corso a Pisa?” Si! . Allora vai!
Non sai fare le flessioni? E che …o te ne frega.
In questo modo le preziosissime 5 esercitazioni previste nel 2005 ( la metà di quelle previste nel 2004) potrebbero venire accaparrate dalle mezzeseghe.
Webmaster,per favore: impediscilo e chiedi ai veri PARACADUTISTI di ribellarsi.
Chi non vuole addestrarsi da Paracadutista e vuole rimanere un semplice paracadutato deve scegliere le aviosuperfici ANPDI. Gli altri ,non fosse che per rispetto dei soldi pubblici, devono usare i mezzi, le strutture e di luoghi militari per fare addestramento vero.
O no?

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