OPINIONI

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Pubblicato il 13/06/2018

I FRANCESI, LA PUZZA SOTTO AL NASO ED IL VOMITO. SALVINI GLI HA GUASTATO LA FESTA

La spocchia dei Francesi
di Corrado Corradi

Conosco i francesi per averci giocato a «tul’a» e «cache-cache» (a prendersi e a nascondino) quando ero un bambino, per aver attentato alla virtù delle studentesse del Licée Regnault di Tangeri quand’ero più grandicello, per averli frequentati da adulto in divisa e in borghese e per continuare a frequentarli ancora adesso in Marocco (già loro protettorato).
La loro spocchia é nota, sono rimasti al Re Sole (sorvolando sul fatto che ne hanno ghigliottinato un suo successore), a Napoleone e a una serie di presidenti (De Gaulle in testa) alcuni dei quali non hanno nemmeno troppo sfigurato ma sono rimasti delle pessime macchiette del Re Sole per il tono della loro prosopopea e altrettanto pessime imitazioni del «voiyou corse» (Napoleone) per quanto attiene al loro interventismo spesso disarticolato.
Disarticolato proprio come é stato disarticolato l’intervento del portavoce governativo di Macron e di Macron stesso; ma non bisogna volergliene perché é una questione di carattere: tutte le volte che giocavo con loro e riuscivo a prendere un mio compagno di gioco o a fare tana libera tutti oppure a impalmare una dolce ragazzina di nome Catherine, la reazione era sempre quella del «raleur», ossia della checca che rosica… «non ti picchio perché é da uomo, non ti graffio perché é da donna ma ti odio, ti odio, ti odio».
E’ evidente che l’intervento di Salvini ha scombussolato i piani francesi i quali si sentivano sicuri da ogni afflusso di gente indesiderata e pericolosa perché tanto «les ritals» (titolo sprezzante per definire gli italiani) per un accordo che prevede la tolleranza europea sugli sforamenti economici, si prendono tutta la feccia che viene dall’Africa (compresa quella feccia dell’area del franco francese a cui la Francia stampa carta-moneta lucrando sugli interessi dei loro debiti).
L’iniziativa dell’ottimo Salvini ha scombussolato i piani del rosicone di turno (Macron) il quale ha tirato fuori quello che più gli é connaturato, il suo livore «franzoso» nei confronti degli italiani né più e né meno come quei bambini, ragazzotti, e adulti francesi con i quali da bambino ho giocayo a nascondino, da adolescente ho soffiato Catherine, e da adulto mi sono confrontato su questioni più serie… «ça y est, je ne joue plus!», «basta, non gioco più», detto da un portavoce governativo e da un presidente la dice lunga su quanto siano caduti in basso rispetto alla grandeur del Re Sole, alla presunzione di un Napoleone o alla petulanza di un DeGaulle (che sulla questione algerina é riuscito a rimediare una egregia figura di merda tradendo le aspettative dei suoi «cytoiens» e di quei maghrebini che avevano combattuto al posto di francesi nella 2^GM).
«Macron, ma vatt’a fà un giretto va!» Tanto dopo, quando ha sbollito il suo livore ritorna e si rimette a giocare.

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