OPINIONI

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Pubblicato il 15/05/2017

MINISTRO: SOLO SERVIZIO CIVILE PER I NOSTRI GIOVANI .

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il Dente Avvelenato

Le Forze armate lo hanno capito da tempo che se vogliono un pò di soldi per sostituire i mezzi, devono puntare sul “dual use”, orribile ed insignificante vocabolo che dovrebbe indicare il “doppio uso, civile e militare ( nell’ordine, ndr) delle forze armate, e che è diventato la parola chiave di ogni comunicato. Nei discorsi,poi. accando alle parole “missioni” e “servizio militare” devono essere sempre accoppiate le rassicuranti parole “di pace” e “protezione civile”: suonano meglio all’orecchio dei nostri politicantucoli da disastro. e aiutano la carriera di chi le pronuncia.

Lo han capito gli alpini, che hanno presentato una proposta di “servizio di protezione civile” per i giovani, allineandosi agli umori dei politici che non vogliono sentir parlare di “militare”, forse ricordando quando riuscirono ad imboscarsi o farsi esonerare.

Lo aveva capito prima di tutti l’ammiraglio de Giorgi,CSMM, che per avere alcune navi in sostituzione delle vecchie, le ha fatte riprogettare in versione ospedale, ricovero, sala parto per clandestini,officina, rifornitore di vettovagliamento e mostra galleggiante.

Ora è la volta della scomparsa della parola “servizio militare” sostituita con servizio civile, cui gli alpini ambiscono per trarre nuove risorse non solo umane. Ogni riferimento al militare è attenuato, marginale, nei discorsi. Il progetto, alla fine, nasce come “servizio civile obbligatorio”, con l’appendice delle ulteriori rassicuranti parole: per la sicurezza sociale. La scelta che una volta era sostitutiva a quella obbligatoria del militare, ora diventa paritaria e a gradimento, ” a la carte”.

Stìano quindi tranquilli i pacifisti: ai nostri ragazzi non sarà insegnata -obbligandoli- alcuna disciplina militare, niente rispetto di grado, funzioni ed anzianità , niente addestramento fisico ( meglio dire psicofisico): ingredienti che che potrebbero far diventare i nostri fragili virgulti “nati digitali”, un poco più forti, anche d’animo.
Lo faranno solo se lo sceglieranno e si sa già da che parte andrà il 90% di loro, disabituato a ordini e sacrifici.

Per loro, la strada è segnata: tutti tuta gialla fluorescente, a far torta fritta, seguire corse ciclistiche,dare assistenza i profughi, a spalare neve e detriti. Gli angeli del fango piacciono, ma quelli che proteggono italiani assediati da delinquenti di ogni colore, no. Tempo e soldi persi, quindi, se si pensava di rieducare i giovani in “quel” senso.

POLITICHESE IN RETROMARCIA.
La parola “obbligatorio” , che fa insorgere gli ECCEPIZIONISTI” per i vaccini, figuriamoci per far vestire una uniforme da combattimento ai nostri ragazzi, ha generato una “retromarcia” immediata.
La ministra, che aveva parlato poco prima, a Treviso, di un servizio obbligatorio, nel corso di successive dichiarazioni e con il solito tweet in serata ha dovuto corregere il tiro, perchè si stavano già scatenando le polemiche bizantine dei mestatori di acqua nel mortaio: scrive il ministro, spiegandosi meglio che “l’idea è quella di una «legge» per dare vita a una qualche forma di ferma obbligatoria per utilizzare i giovani in ambiti di sicurezza sociale. Per le missioni internazionali — dice la Ministra, convinta che giovani volontari ben addestrati non sarebbero all’altezza — «abbiamo bisogno di militari professionalmente preparati e qui la leva obbligatoria non sarebbe lo strumento più idoneo. Ma l’idea di riproporre a tutti i giovani e alle giovani di questo Paese un momento unificante, non più solo nelle forze armate, ma con un servizio civile in cui i giovani possono scegliere dove meglio esercitarlo, è un filone di ragionamento che dobbiamo cominciare

CROCEROSSINE SI – MILITARI ARMATI NO
Il capo di SMD , valutando il servizio militare come propedeutico ad un impiego di tutte le forze armate come Protezione civile, ha detto : «Il progetto «potrà essere molto utile sia come momento di formazione a servizi come la Protezione civile sia come possibilità in futuro di allargare alle Forze armate in caso di bisogno».

A FAVORE dell’idea era Romano Prodi, nel 2012 . «Mai come in questo momento i nostri ragazzi – disse – hanno la necessità di avere la possibilità di mettersi al servizio delle persone e del loro territorio. Questo è davvero un aiuto ai giovani e alla coesione sociale. Se per farlo l’unica strada è renderlo obbligatorio, facciamolo».

Anche Renzi, sempre nel 2012, sposò l’idea. Adesso con la nuova legge sul Terzo settore approvata le condizioni sembrano favorevoli. Ma per l’obiettivo, realistico, di 100 mila volontari serve poco più di mezzo miliardo di euro.

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