OPINIONI

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Pubblicato il 01/01/2015

TRAGHETTO IN FIAMME: BRAVI I MILITARI, MA IL RESTO??

Non sappiamo quanti passeggeri ci fossero né quanti i morti. I militari, unica certezza: sono davvero il meglio del paese

La Norman Atlantic, A FUOCO al largo dell’Albania, rispecchia un’Italia del terzo mondo. Bravi a gestire emergenze, forse anche troppo, ma carenti di legalità dovunque.

DI CLANDESTINI ( TUTTI LO SANNO) LE STIVE DEI TRAGHETTI SONO PIENE
La “verità sul numero di morti non la sapremo forse mai. Le liste dei passeggeri sono insufficienti: alcuni erano “sovrannumerari”, quindi non registrati e altri erano saliti illegalmente.
Di sicuro anche nella stiva del Norman c’erano decine di immigrati illegali, saltati fuori nel momento del pericolo.
Chissà che le fiamme non siano state appiccate involontariamente proprio da qualcuno di loro, infreddolito o affamato. Ogni camion che fa lunghi percorsi ha un cassone laterale che l’autista usa per conservare un fornellino da campeggio, cibo e acqua. Una piccola cambusa da usare durante i loro lunghi viaggi, per risparmiare. Lo sannno anche i clandestini. Molti autisti stranieri,poi, prendono soldi per farli salire nel cassone del camion, tra la merce. Forse loro stessi ne offrono l’uso. Inutile fermare i clandestini, perchè si intrufolerebero comunque; meglio guadagnarci, immagino che pensino. Nessun controllo a partenza, visto che i greci hanno interesse a liberarsi dei loro “ospiti” e che a destinazione ci vorrebbe un esercito per controllare ogni camion ed ogni auto.
Molti naufraghi del Norman, poi, parlano di migranti iracheni, siriani, afghani che si sarebbero accalcati attorno alle ceste calate dagli elicotteri della Marina e destinati a donne e bambini. Erano forse loro che picchiavano e spintonavano le donne che dovevanop salire per prime?


IL COMANDANTE
Argilio Giacomazzi, 61enne spezzino, quarant’anni di navigazione, oggi indagato per naufragio colposo e omicidio plurimo colposo non è scappato.
Nell’emergenza, il comandante è rimasto al suo posto ed è anche stato l’ultimo a scendere dalla nave, come prescrivono le leggi del mare e quelle della coscienza degli uomini.Dicono gli inquirenti che Non avrebbe avuto alternative, visto che mancavanop scialuppe ed erano nel mare in tempesta.

LEGGE CHIARA SULLE RESPONSABILITA’

Il comandante è responsabile di tutto ciò che avviene sulla nave, dall’efficienza dei dispositivi di sicurezza fino all’accuratezza dei registri dei passeggeri. Precisione che è mancata, tanto da non consentire un bilancio delle vittime.
Qualche dubbio c’è anche sulle decisioni prese nell’emergenza: la magistratura vuol capire come siano stati individuati i porti di destinazione e i tempi e le modalità di aggancio del relitto.
Giacomazzi è stato presentato come l’anti-Schettino. In realtà,dice il procuratore di Bari esprimendo una opinione, ha fatto il suo dovere e dovrà rispondere della quotidianità: la gestione dei passeggeri, la preparazione della nave. L’Italia cade sul quotidiano, più che sull’emergenza.


ALLARMI NON SUFFICIENTI, EQUIPAGGIO NON COORDINATO E FORSE NON ADDESTRATO

Il trentasettenne inglese NickChanning Williams era a bordo della Norman Atlantic, si è salvato e ora dalla sua casa nel Berkshire, lancia la sua accusa. Il giovane ha detto che lui e un gruppo di altri passeggeri hanno “Tentato di collegare cavi di traino da un rimorchiatore per il traghetto, ma l’equipaggio in quei momenti cruciali era irrintracciabile”.
Con i giornalisti, i naufraghi cambiano discorso parlando dell’assistenza che hanno ricevuto dagli uomini della nave. L’evacuazione è stata confusionaria. Qualche esperto di marineria dice che le scialuppe vanno calate solo all’ultimo momento e di certo non nel mare in tempesta. Gli argani sono meccanici, non elettrici, ovviamente. I giornalisti hanno scritto cazzate su questo dettaglio, sin dal primo momento. Non calarle è stata una decisione presa o la conseguenza di un guasto alle carrucole o del fuoco o della inesperienza di chi le ha manovrate?
C’è chi nega di avere udito alcun allarme. Altri affermano di avere visto l’equipaggio abbandonare la nave. Un quotidiano descrive perfino la telefonata di un ufficiale di macchina, che si è imbarcato sull’elicottero fin dalle prime opre : “amò sono salvo, mi hanno preso con l’elicottero”, racconta il giornalista. Eravamo ancora nel primo giorno di emergenza. Poteva rimanere a bordo a collaorare agli imarchi di donne, bamini e anziani?

ONORE ALLE FORZE ARMATE ITALIANE
I militari si sono dimostrati il meglio della nazione, come sempre.
Parlano chiaro anche le testimonianze di donne che si sono trovate nell’angoscia di essere picchiate e allontanate dalle ceste di salvataggio da ominicchi disperati, rincuorate dai nostri militari.
Eccellenti i piloti degli elicotteri (ma non solo loro), che hanno per davvero rischiato la vita. Vento forte, fumo, condizioni operative ai limiti della possiilità. Hanno fatto davvero il possibile e a volte l’impossibile.

AUTORITA’ DI GOVERNO IMPRECISE

Il presidente del consiglio ha tenuto conferenze stampa e lanciato frasi sui siti sociali, mentre la Marina era impegnata in una delle più complicate operazioni di soccorso mai effettuate nel Mediterraneo.
“Poteva essere un’ecatombe”, ha scritto. E’ vero. I piloti di elicotteri di Marina, Aeronautica e capitaneria, i marinai, gli avieri, le sale di controllo dell’emergenza lo sanno, perchè l’hanno evitata.
Oltre 400 stati tratti in salvo, ma ne mancherebbero 98 , secondo il procuratore di Bari, più i clandestini. Sembrava fossero solo 5 le vittime, e nessun italiano. Poi, quando è iniziato il terribile dubbio sul numero di vittime e si è scritta la parola “strage”, improvvisamente il governo ha taciuto, rimandando ogni chiarimento alla magistratura.

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