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IRAQ- IL COMANDANTE ITALIANO DI ERBIL SPIEGA I PROGRAMMI DELLA MISSIONE ITALIANA

sopra: una foto di addestramento al tiro tenuto dai nostri soldati a favore delle forze curde.

I militari italiani ad Erbil, nel Kurdistan iracheno,hanno il compito di stabilizzare il paese contro le spinte dello Stato Islamico. Il colonnello Francesco Serafini è il Comandante della Missione. Nei prossimi mesi saranno avviati in una base curda ulteriori corsi addestrativi da parte di istruttori italiani a favore dei Peashmerga curdi;la località è Souleymania.
Il contingente è in massima allerta. Il personale della missione Prima Parthica di stanza nell’aereoporto di Erbil ha vissuto alcuni momenti di tensione, quando 300 tra missili e droni lanciati dall’ Iran contro Israele il 14 aprile scorso hanno fatto scattare gli allarmi e tenere nei bunker i nostri soldati. La missione ha formato nel 2023 a Erbil 1970 militari curdi e nel 2024 siamo a quota 424; a Baghdad invece nel 2023 sono stati 3018 e dall’inizio dell’anno 989.


fonte AGENZIA DIRE

I FUNERALI DI DAVIDE DELLA PRIA- IL SACERDOTE: SIGNORE TI RINGRAZIO PER IL TEMPO CHE CE LO HAI DONATO

Il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale Carmine Masiello, ha dedicato a Davide una corona di fiori e durante l’offertorio sono stati portati all’altare un elmetto e la bandiera della 21ª Compagnia dei guastatori paracadutisti.


PADOVA- Ieri al santuario del Tresto il funerale di Davide Dalla Pria con il picchetto d’onore della Folgore e i commilitoni dell’Ottavo Reggimento Guastatori Paracadutisti. Centinaia i presenti: gremiti sia la chiesa che il sagrato. Una folla silenziosa di centinaia di Paracadutisti.

Il caporalmaggiore scelto Dalla Pria aveva appena completato un corso a Roma e aveva acquisito la specializzaiozne di geniere guastatore.

Tantissimi i commilitoni in divisa, soldati e ufficiali dell’8º Reggimento di Legnago e di altre caserme della Folgore: colleghi che per vari motivi avevano incontrato e conosciuto Davide, percorrendo un tratto di strada assieme a lui. Numerosi i Labari sdell’ANPDI di cui Della Pria era istruttore nel tempo libero dal servizio.

In rappresentanza dei carabinieri hanno presenziato alcuni militari della Compagnia di Este.

Hanno portato la loro solidarietà anche gli iscritti del Gruppo alpini di Borgo Veneto di cui Giuseppe (padre di Davide) è storico socio e gli sbandieratori di Santa Margherita d’Adige, che un tempo il ragazzo frequentava. Il feretro è stato accolto da un picchetto d’onore di paracadutisti , che hanno caricato a spalla la bara e l’hanno portata in chiesa.
Tre sacerdoti hanno officiato : il parroco don Luca Fanton, il suo predecessore don Paolo Mercurio e don Maurizio Anzolin, cappellano militare del Comando Forze Operative Nord.


Un sacerdote ha invitato i presenti ad «alzare gli occhi al cielo», l’elemento in cui si fondono i paracadutisti, e «affidare la nostra vita e quella di Davide a Dio, consci che l’arcangelo Michele, patrono dei paracadutisti, è pronto ad accoglierlo». Il sacerdote ha terminato citando Sant’Agostino: il padre della Chiesa aveva da poco perso l’amata madre Monica e, pregando, aveva detto così: «Signore, non ti chiedo perché me l’hai tolta, ma ti ringrazio per il tempo in cui me l’hai donata». Di fronte al dolore per un distacco così traumatico, «diciamolo anche noi per Davide».

CIVICAMENTE GIOVANI: L’UNSI INVESTE SUI GIOVANI . TEAM FOLGORE HA COLLABORATO


ROE’ VOLCIANO (BRESCIA) Si sono svolte il 27 Aprile nel paese a pochi chilometri da Salò, le prove finali del percorso didattico e pratico Civicamente Giovani, alle quali ha partecipato anche il Team Folgore che ha curato un incontro didattito preliminare in Marzo ed un test finale nella giornata conclusiva.
Da diversi anni l’Unione Nazionale Sottufficiali italiani di Salò organizza “Civicamente Giovani”, per trasferire alle nuove leve la passione per la vita sociale “vera”,sul campo, coinvolgendo studenti delle scuole superiori – quest’anno erano circa novanta- in un progetto che dura tre mesi e si conclude con una “tre giorni” in accampamento, con la prova finale, che si è svolta quest’anno il 27 Aprile.
Il Team Folgore Paracadutisti Protezione civile ha contribuito con un pomeriggio didattico in Marzo e un quiz finale. L’argomento erano le tecniche ed i materiali usati per emettere un bollettino meteo, come allestire una zona lancio ed occuparsi della ricognizione e sicurezza delle stesse.
I giovani allievi, con una elevata percentuale di risposte esatte hanno dimostrato di avere seguito con attenzione l’incontro di Marzo.



Ogni fine settimana , da Gennaio, i giovani hanno incontrato la protezione civile, i vigili del fuoco,i carabinieri, la polizia stradale, la guardia costiera, la guardia di finanza, esperti di topografia, associazioni cinofile di salvamento, soccorso alpino, per conoscere da vicino le istituzioni del territorio e cimentarsi in alcune prove a punteggio che hanno messo in pratica quanto spiegato. Da questa iniziativa ogni anno sono nate vocazioni tra i giovani, che chiedono di iscriversi alle associazioni di volontariato e qualche volta di arruolarsi nei corpi di cui hanno seguito i seminari.


“BASTA CHE NON RUBI E NON SI DROGHI”
“Basta che non rubi e che non si droghi” ed è già un bravo ragazzo: questo sembrerebbe essere l’obiettivo di certi genitori che ai propri figli chiedono (e danno) ben poco, imbottendoli di cellulari e (dis)attenzioni, impauriti da loro eventuali ripicche se venissero privati di quello che suggeriscono gli “influencer” , cattivi e analfabeti maestri. Genitori che sono ostaggi e contemporaneamente anche loro cattivi maestri. L’UNSI , fedele ai doveri statutari di divulgazione degli ideali e del rispetto delle istituzioni, è un esempio da seguire; un metodo che il Team Folgore ha sperimentato nella Marche, con un campo scuola per quindicenni e che si impegnerà a ripetere in ogni Regione dove è presente.

INCONTRIAMOCI SUL SAGRATO DI EL ALAMEIN PER STRINGERCI LA MANO TRA PARACADUTISTI

Qualche anno orsono, in occasione di una delle cinque staffette sul Fronte della Folgore,alcuni paracadutisti che vi stavano partecipando decisero di percorrere insieme l’ultima tratta di dieci chilometri fino al Sacrario, “tagliando” per il deserto anzichè seguire la “comoda” strada semi asfaltata. Erano le undici di sera, correvamo da dodici ore, dopo avere percorso circa 100 chilometri.
Davanti a noi, in lontananza, nel buio “luminoso” del deserto, spiccava la Torre del Sacrario italiano, illuminata e solitaria. Abbiamo seguito quella “stella polare terrestre” per non perderci e siamo arrivati , commossi, in quel luogo sacro. Avevamo qualcosa da dirci , che è stata detta, e avevamo qualcosa da dimenticare, che è stata dimenticata. Quella Torre era stata il nostro punto di riferimento, non solo visivo, ma ideale. Non potevamo fare diversamente, su quelle Sabbie Sacre. Un pò come succede in montagna, quando si perde il sentiero: bisogna tornare indietro fino all’ultimo segnavia per rimettersi in carreggiata. Bene: il nostro segnavia per non “perderci” , deve essere il Sacrario di El Alamein; sarà quel Luogo Sacro a farci ritrovare “la strada”. L’unico al cui cospetto si potrebbero appianare dissidi, dimenticare conflitti, offese e angherie. Incontriamoci lì, una volta per tutte, davanti ai Nostri Leoni che vi riposano: su quel Sagrato propongo di ricostruire quello che rischia di crollare. Chi verrà , accetterà la più nobile e produttiva delle sfide. Non c’è luogo più adeguato di El Alamein per dirci tutto quello che va detto. La presenza dei nostri Leoni ci impedirà di essere meschini o aridi. Sono certo che i primi ad essere felici sarebbero proprio Loro che ci hanno regalato l’orgoglio di essere stati Paracadutisti della Folgore e di cui dobbiamo essere all’altezza.
Ora scusatemi, perchè sta suonando la sveglia e mi devo alzare. E’ stato un bel sogno, però.

Walter Amatobene
webmaster@congedatifolgore.com

LE TRUPPE USA VIA ANCHE DAL CIAD

LIVINGSTONE, Zambia – Si prevede i militari americani si ritireranno dal Ciad nei prossimi giorni, nel contesto di una più ampia e forzata riconfigurazione generata dalla forte instabilità dell’area. Alcune fonti americane segnalano che potrebbe trattarsi di una scelta temporanea, che sarebbe reversibile dopo le elezioni presidenziali in Ciad del 6 maggio.
Il contingente in Ciad, come quello in Niger, fa parte del dispiegamento antiterrorismo degli Stati Uniti nella regione. In Ciad ci sono attualmente non più di 100 soldati delle forze speciali dell’esercito di stanza nella base francese di N’Djamena, la capitale. Nel paese è attivo Boko Haram e i suoi affiliati – rimarrà nel paese, ha detto questa persona. Il funzionario ha sottolineato che, a differenza del Niger, il governo del Ciad non ha cancellato l’accordo sullo “status of force” che regolava le sue relazioni militari con gli Stati Uniti.

Piuttosto, la partenza delle truppe delle forze speciali, riportata per la prima volta dal New York Times, fa seguito ad un apparente disaccordo tra funzionari statunitensi e un generale ciadiano, il quale sosteneva che Washington non aveva prodotto documenti che giustificassero la sua presenza militare a N’Djamena e chiedeva agli americani di “interrompere immediatamente” la loro attività alla base. Secondo due funzionari statunitensi, tali preoccupazioni, sollevate da Idriss Amine Ahmed, un alto generale dell’aeronautica ciadiana, sono state trasmesse per lettera, e non attraverso i tradizionali canali diplomatici.

TIM HOWELL- ALPINISTA E PARACADUTISTA FARA’ UN LANCIO RECORD DA OTTOMILA METRI CON LA TUTA ALARE

Tim Howell si lancerà con la tuta alare dal Lhotse , la quarta montagna più alta della Terra con i suoi 8.516 m s.l.m. È composto da tre vette ed è collegato direttamente all’Everest tramite il Colle Sud.


Il britannico Tim Howell, che nel suo passato ha anche qualche anno nei Royal Marines ha intenzione di lanciarsi con la tuta alare dal Lhotse, una cima dell ‘ Himalaya ; sarebbe un record ben difficile da superare, in quanto ‘non esiste sulla Terra un luogo adatto al lancio più alto’, ha dichiarato lui stesso a Explorersweb. Nel 2012 dopo aver visto alcuni base jumper gettarsi dalle cime che lui scalava, ha iniziato a fare paracadutismo e da dieci usa la tuta alare per scendere dalle vette che raggiunge come alpinista..
Howell è il primo che si è lanciato dalla Nord dell’Eiger, del Cervino, delle Tre Cime di Lavaredo, delle Grandes Jorasses, del Dru e del Piz Badile, mentre era ancora sotto le armi.
Lo scorso novembre, Howell ha ispezionato la zona in elicottero, e ha trovato un luogo adatto al lancio in cresta.

ILCONFLITTO TRA MILIZIE UKRAINE E RUSSE ARRIVA IN SUDAN

L’AVVENIRE DEL 26 APRILE 2024

CORNO D’AFRICA Dopo oltre un anno di scontri tra il leader golpista al-Burhan e il suo vice Dagalo emergono inquietanti coinvolgimenti di truppe straniere che forniscono assistenza alle forze locali

La “guerra dentro la guerra” nel Sudan: miliziani ucraini combattono quelli russi


Due fazioni militari vi si affrontano, dirette da altrettanti generali, protagonisti del colpo di stato dell’ottobre 2021. Da una parte, le Forze armate sudanesi, capeggiate da Abdel Fattah al-Burhan, leader de facto del Paese dopo il golpe; dall’altra, le potenti forze paramilitari del generale Mohammed Hamdan Dagalo, alias Hemetti(già vice di Burhan), meglio note come Forze di supporto rapido, invenzione tragica di un altro dittatore golpista (Omar el-Bashir) per reprimere i ribelli sudsudanesi e commettere stragi nel Darfur. Oggi siamo di fronte a un conflitto interno dai molti risvolti internazionali, con implicazioni russo-emiratine, teatro al tempo stesso di traffici d’armi, unità clandestine e mercenari, al soldo delle opposte fazioni. Un’altra guerra sporca, che è in piccola parte un’appendice di quella ucraina, meno appariscente, ma altrettanto sanguinosa.
Sì, perché Mosca e Kiev si combattono anche qui.


Un centinaio di incursori dell’unità Timur dell’intelligence militare ucraina opera infatti a 6mila chilometri dalle basi di partenza e lo fa dall’agosto dell’anno scorso, per assistere le forze armate regolari contro i paramilitari e i loro alleati emiratini e dell’Africa Corps, l’ex Wagner Group russo.

Quando al-Burhan si ritrovò assediato nella capitale Khartum chiese supporto anche al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che colse l’opportunità al volo.

Commentando l’incontro in Irlanda con l’omologo sudanese, Zelensky disse: «Abbiamo discusso delle sfide di sicurezza comuni, in particolare delle attività dei gruppi armati illegali finanziati dalla Russia». Per il quotidiano Kyiv Post e molti media occidentali, le forze speciali ucraine si occupano in Sudan di operazioni coperte.

Uccidono e fanno prigionieri, come mostrerebbero alcuni video analizzati dai media. Nulla di nuovo in guerra. Addestrano i lealisti sudanesi, partecipando agli scontri. Studiano l’avversario, portando in Sudan le tattiche di guerra anfibia affinate in Ucraina, quasi a trasformare il Nilo nel Dnepr sudanese.
Hanno gommoni veloci e armi avanzate.


Sono pochi e non ribalteranno le sorti da nessuna parte, ma ricognizioni speciali permettono loro di sorvegliare i movimenti russi, tendere agguati con i tiratori scelti e ordire sabotaggi con trappole esplosive, piazzate lungo le rare strade percorribili dai convogli.

Le radio tattiche, criptate, sono sempre in fermento e, come in Ucraina, i cieli pullulano di droni: in almeno due casi ci sono stati bombardamenti inusuali nel teatro africano, frutto delle tattiche innovative con cui gli ucraini si sono distinti in patria, soprattutto nell’uso dei droni Fpv, armati di granate, che immergono in uno scenario molto realistico i piloti. E la guerra dei droni in Sudan presenta non solo ma anche alleanze stravolte. Se, in Europa, i velivoli iraniani (sempre più richiesti sul mercato internazionale grazie a un rapporto vantaggioso fra prezzo e qualità) equipaggiano l’Armata Rossa, in Sudan sono in mano ai regolari sudanesi, nemici indiretti dei russi.


Sembra abbiano giocato un ruolo nell’avanzata recente dei lealisti, specie nella battaglia di febbraio-marzo di Ombdurman. Disse tempo fa il capo dell’intelligence militare di Kiev, Kyrylo Budanov: «Combatteremo i nostri nemici ovunque si trovino»; e il Sudan sembra fare proprio al caso suo perché ospiterebbe circa 3mila mercenari al soldo del Cremlino. Come nel Donbass, anche in Sudan, gli uomini di Budanov, tentano di indebolire gli interessi nemici e portare avanti i piani di espansione africana della presidenza Zelensky. Le miniere d’oro del Sudan, controllate in massima parte da Hemetti, sono sfruttate non solo dagli emiratini, ma anche dai russi. Ne alimentano la guerra in Ucraina e sono un obiettivo legittimo, insieme agli interessi nemici nell’area. Nei disegni del Cremlino si vagheggerebbe perfino un asse fra Libia, Ciad e Sudan, con ambizioni di basi navali a Port Sudan, Tobruk e Bengasi. Al Khadim è già oggi una piattaforma russa, per lo smistamento di armi e mercenari diretti in Sudan (e in Centrafrica). Guerra e massacri sono sempre sinonimi, molti documentati da Human Rights Watch, accompagnati da drammi generali anche in Sudan.


Oggi, tutto sa di tragedia da quelle parti: quattro ospedali sudanesi su cinque sono al collasso e il 43% della popolazione soffre per carenze croniche di cibo.

Alla conferenza dei donatori di Parigi, a metà aprile, è stato raccolto molto meno dei 2,7 miliardi di dollari necessari a soccorrere i civili.

Ma quel concilio ha almeno rilanciato le speranze di negoziati fra le parti in guerra, se mai al-Buhran smettesse di tendere l’orecchio ai falchi che lo circondano, primo fra tutti Ali Karti, il sabotatore di tutti i tentativi di conciliazione, non a caso sanzionato da Washington.

Fra mille difficoltà, gli Stati Uniti, appoggiati dai sauditi, starebbero mediando in vista di una pace oggi lontana, coinvolgendo finalmente rappresentanti emiratini, egiziani, del blocco Igad est-africano e dell’Unione Africana.

Il recente passato dice purtroppo che le intese precedenti di cessate il fuoco sono subito deragliate.

20 FEBBRAIO 1909- NASCE IL MANIFESTO FUTURISTA DI TOMMASO MARINETTI

PARMA -Il 20 Febbraio del 1909 su Le Figaro compare il Manifesto Futurista pubblicato da Filippo Tommaso Marinetti. Parte dall’Italia ma si diffonde rapidamente in d’Europa. Durante la Prima Guerra Mondiale prospera rapidamente a Milano, poi , dopo il 1918 sbarca a Roma e si carica di significati politici.
I NOMI CHE NE TRACCIARONO IL SUCCESSO E LA MODERNA CONCEZIONE DELLA VITA E DELL’ARTE
Umberto Boccioni , Giacomo Balla, Gino Severini, Fortunato Depero e Carlo Carrà: erano protagonisti del futurismo che rinnega il passato artistico e credono fortemente nel frenetico, dinamico e moderno presente.

L’ideale espresso nel Manifesto del Futurismo si realizza con diverse forme e in diversi ambiti. La pittura e la scultura non sono le sole protagoniste di questa rivoluzione, anche la letteratura è coinvolta, dove Marinetti presenta le ‘parole in libertà’ cioè parole lasciate sul foglio senza un legame sintattico-grammaticale.

Anche la fotografia trasforma il suo modo di comunicare, il regista Anton Giulio Bragaglia crea la tecnica del ‘fotodinamismo futurista’. Il futurismo accoglie tutto ciò che è moderno, dinamico, veloce e industriale. Questa nuova corrente è violenta, sia per il distacco che impone nei confronti delle convenzioni passate, sia per i temi rappresentati cioè macchine, manifestazioni e risse. Nel manifeto del Futurismo c’è anche un forte senso di patriottismo e di esaltazione della guerra, che poi porterà, nella seconda fase, alla nascita di un forte legame con la nuova ideologia fascista.


IL MANIFESTO

1. Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità
2. Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3. La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa, col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
5. Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
6. Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.
7. Non v’è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per indurle a prostrarsi davanti all’uomo.
8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli! Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.
9. Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie di ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria. 11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa; canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte, le locomotive dall’ampio petto che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

GORIZIA – MOSTRA DI TULLIO CRALI UN PADRE DEL FUTURISMO- SUO IL QUADRO “DANZA DEI PARACADUTISTI”

Museo di Santa Chiara – Gorizia – dall’11 Aprile rassegna su Tullio Crali, pittore futurista
atleta e dei suoi colleghi del futurismo Giuliano



L’iniziativa è incentrata su un Padre del Futurismo ma spazia anche su altri Autori . Ci saranno sezioni sullo sport , che Crali ha praticato nella corsa , partecipando ai campionati italiani. Non tutti sanno che aveva esposto alla mostra d’arte sportiva organizzata a Berlino nel 1936, in occasione delle Olimpiadi.
Crali’artista nutriva ammirazione e passione per le Frecce Tricolori, che gli ispirarono alcuni quadri. e poi l’aeropittura, che vede in Crali uno degli artisti di riferimento a livello internazionale.
96 dipinti, uno dei quali merita di essere visto: ‘Battaglia danzata di paracadutisti’, datato 1942, oggi negli uffici del presidente della Regione Veneto Luca Zaia. ( foto in alto)
A Santa Chiara ci saranno poi 36 disegni, tra cui ritratti di altri futuristi italiani a cominciare da Giacomo Balla.
Completano il percorso cartelloni pubblicitari, bozzetti di moda, scenografie teatrali (che Crali definiva scenotecniche), progetti di architettura, le cosiddette ‘sassintesi’, singolari creazioni di pietra, e una ventina di cataloghi di mostre e libri.
Classe 1910, nato nei territori ora montenegrini Crali si stabilì a Gorizia con la Famiglia nel 1922. Visse nel capoluogo isontino fino al 1946 poi emigrò in Piemonte , a Parigi e a Il Cairo. Tornò a Milano dove è morto nel 2000.

ARRIVANO NUMEROSE LE PRENOTAZIONI PER IL 19 OTTOBRE 2024- EL ALAMEIN LANCIO DA C130H MILITARE SUL FRONTE DELLA FOLGORE




PARMA- Il lancio sulle postazioni della Folgore di El Alamein ha suscitato l’interesse di tanti paracadutisti che stanno riempiendo anche la terza – e forse ultima- edizione del lancio. Nel 2022 e nel 2023 si sono lanciati in totale 104 paracadutisti, diversi di loro “fermi” da 30 anni, mettendosi alla prova con un ricondizionamento sotto controllo militare egiziano ( sopra una fase del ripasso della capovolte) , per compiere un gesto eccezionale e forse irripetibile in futuro.
CONSIGLIAMO DI AFFRETTARSI


LE DATE
– appuntamento 16 Ottobre entro ore 16,30 all’ aereoporto del Cairo, Egitto
– addestramento il 17 e 18 presso la Airborne egiziana e/o in struttura gestita dai militari con
pernottamento in struttura alberghiera militare
– lancio 19 Ottobre da C130H militare egiziano
– cerimonia il 20 ottobre Sacrario Italiano di El Alamein oppure giorno di riserva per lancio
rientro al Cairo la sera del 20 Ottobre con pernottamento in struttura alberghiera militare
– partenza per l’Italia 21 Ottobre
Il giorno 19 pomeriggio ed il giorno 20 Ottobre ci saranno le visite sia ad alcuni luoghi della Battaglia ( Himeimat, Quota 105, kapunga Box) che agli altri Sacrari e al Museo della Battaglia ( egiziano)

REQUISITI PER CHI EFFETTUA IL LANCIO VINCOLATO O IN CADUTA LIBERA
– essere paracadutisti in congedo oppure con abilitazione FDV
– buone condizioni fisiche generali ( certificato medico ENAC)
– avere un peso entro 90 kg
TCL
-licenza
-assicurazione
– visita ENAC

CADUTA LIBERA E TANDEM
Dopo i due passaggi a quota 750m per il lancio con fune di vincolo, raggiunta quota 3800/4000 metri avverrà il lancio in caduta libera e , a richiesta, sarà possibile lanciarsi in tandem


DECALOGO DI COMPORTAMENTO ED ABBIGLIAMENTO PER TUTTI
Il lancio su El Alamein è regolato da un preciso decalogo per i comportamenti e da precise prescrizioni per l’abbigliamento , che dovranno essere entrambi adeguati ai luoghi dove si avrà il privilegio di atterrare. I partecipanti, dovranno firmarlo ed impegnarsi a rispettarlo.



INCONTRI TECNICI DI VERIFICA DELLO STATO DI FORMA E DI RIPASSO TECNICO

In Maggio e Agosto 2024 si terranno due incontri , in luogo da stabilire, per il ripasso delle tecniche e degli esercizi richiesti dalla airborne egiziana. In caso di non idoneità riscontrata in Italia, verrà restituito il 100% della quota di prenotazione.

STRUTTURA ORGANIZZATIVA MILITARE EGIZIANA
– assistenza completa al Cairo in struttura alberghiera militare
– trasferimenti da e per le basi e l’aereoporto
– ricondizionamento al lancio in Egitto sotto controllo militare e della federazione militare di
paracadutismo
– lancio da C130H Militare egiziano, assistenza in zona lancio
– tutti i trasferimenti in bus dei bagagli e delle persone
– pernottamento a El Alamein il 19 Ottobre


ACCOMPAGNATORI

Sono benvenuti gli accompagnatori che condivideranno con i Paracadutisti la “missione” nel deserto e le visite al Sacrario Italiano.
Possono partire dall’Italia il giorno 18 e rientreranno il giorno 21 con il gruppo.

L’attività avrà luogo se si raggiungeranno entro il 5 di Agosto almeno 50 adesioni al lancio. In caso contrario, ogni anticipo versato all’atto della prenotazione sarà restituito al 100%.

Scrivete per informazioni a webmaster@congedatifolgore.com