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Pubblicato il 05/08/2020

BEIRUT – ESPLOSIONE AL PORTO CHE RIFORNISCE ANCHE UNIFIL – NON E’ GRAVE IL NOSTRO MILITARE FERITO

LIBANO- Due esplosioni si sono susseguite 11 ore fa a Beirut e hanno devastato la importante infrastruttura che garantisce i collegamenti commerciali con il resto del mondo e un pezzo importante della città residenziale. Il bilancio attuale è di 73 morti ed oltre 3700 feriti. Il bilancio è destinato ad aggravarsi.
Per la tempistica delle esplosioni , che avvengono in un momento delicato per il paese dei cedri, i servizi di sicurezza libanesi e quelli americani hanno parlato di attentato.

Il porto commerciale di Beirut è sempre stato attivo nonostante i lunghi anni di instabilità e guerra civile. Da quel porto transitano i containerse destinati alla missione italiana UNIFIL e non solo. Stavolta è stato colpito al cuore da una potentissima esplosione che ne pregiudicherà il funzionamento per mesi. La palazzina in cui sono ospitati gli uomini del contingente interforze Jmou ( Joint Movement Unit,la cellula logistica che segue le consegne dei trasporti di materiale destinati alla missione, ndr) non è vicinissima al porto, ma l’onda d’urto ha danneggiato la struttura. Il caporalmaggiore Roberto Caldarulo era in servizio ed è stato ferito a un braccio: non è grave, dicono dall’ospedale dove è stato immediatamente ricoverato. Lo Stato maggiore ha disposto il trasferimento di tutti i militari presenti nella capitale libanese. Una delle basi italiane è quella del contingente Jmou dove prestava servizio il caporal maggiore ferito , del battaglione Gestione Transiti (Rsom) di Bari. Nella stessa caserma operano 12 militari di Esercito e Aeronautica: la Difesa ha smentito che ci sia un secondo militare ferito.

Nei pressi delle banchine devastate c’erano alcune navi attraccate. Dai rilevamenti satellitari di Marine Traffic non ci sarebbero navi commerciali italiane, nonostante il porto sia scalato regolarmente da compagnie di navigazione nazionali, come la Messina.

La Farnesine ritiene che ci possano essere italiani in città ed ha aperto la Unità di crisi e attivato l’ambasciata.
A Beirut sono presenti anche gli uomini di Mibil, una missione italo-libanese che coinvolge i nostri esperti nell’addestramento delle forze armate locali. Il numero maggiore di soldati è quello che partecipa all’operazione Unifil.

In Libano i sono i 450 “dimonios” della Brigata Sassari, che sono schierati da una settimana nella zona sud tra Shama e Naqura. In totale i soldati italiani sono circa 1000, con una base anche anche nella zona di Al Mansouri.

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