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Pubblicato il 28/06/2017

DIAMO VOCE ALLA MAMMA DEL PARACADUTISTA DAVID TOBINI

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Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’argento al valor militare
«Paracadutista impiegato in un’attività operativa, riceveva il compito di coprire il fianco del dispositivo amico da posizione a lui assegnata.

Investito da intenso fuoco ostile, reagiva con l’arma in dotazione esponendosi più volte, incurante della propria incolumità, al fine di garantire la sicurezza dei propri commilitoni.

Durante l’ennesimo tentativo di debellare la proditoria azione avversaria veniva mortalmente colpito.

Fulgido esempio di graduato paracadutista che immolava la propria vita ai più alti principi militari – Khame Mullawi – Valle del Morghab (Afghanistan), 25 luglio 2011»
— 6 maggio 2013.

Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all'estero - nastrino per uniforme ordinaria Croce d’Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all’estero
«Paracadutista del 183º Reggimento, animato da straordinarie qualità morali e di carattere, comandato in missione di pace in teatro afghano,

si prodigava, con rara perizia ed eccellente professionalità nell’assolvimento dei propri compiti. Il 25 luglio 2011, nel corso dell’operazione

“Komodo Shamaar Varan” nella Valle di Bala Murghab, veniva fatto oggetto di fuoco con armi portatili da elementi ostili, colpito mortalmente,

periva a seguito delle ferite riportate, immolando la propria vita.

Chiaro esempio di attaccamento al servizio ed altissimo senso del dovere spinto fino all’estremo sacrificio – Miranzai (Afghanistan), 25 luglio 2011»
— 14 febbraio 2012.

Medaglia d'oro di vittima del terrorismo - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’oro di vittima del terrorismo
«Per l’evento verificatosi a Bala Mourghab il 25 luglio 2011»
— 12 gennaio 2015.

 

 

di Walter Amatobene

PARMA- Ho potuto scambiare  alcuni messaggi con la signora Annarita  Lo Mastro , mamma del  Caporalmaggiore Paracadutista  David Tobini, che ha qualcosa da dire su come le Istituzioni  militari giudicano i risultati di una missione .

L’ articolo nasce per questo motivo, ma prima è necessaria una premessa.

Mancano 27 giorni al sesto anniversario della  morte  in combattimento dello sfortunato  Caporal Maggiore avvenuta il  il 25 Luglio del 2011.

Sopra ho  pubblicato le motivazioni delle tre onorificenze   di cui  è stato insignito. Parlano da sole e da solo parla  anche il ricordo  commosso  e struggente che ho raccolto, proprio ieri, ma anche  nei giorni  e mesi scorsi,  da Commilitoni,  Ufficiali e i Sottufficiali con i quali  David ha condiviso  il pericolo, la polvere ed il calore  dell’Afganistan per molte settimane. E’ morto due giorni dopo il suo compleanno per una sorte  misteriosa e cattiva.

La signora Annarita  vive  in memoria di David  e si difende da una  burocrazia  che a     volte sembra incurante  della storia di quel Paracadutista.  

Ha dovuto   intervenire con energia  più di una volta  per avere riconosciuti alcuni diritti  che spettano alle Famiglie dei Caduti o per  avere intitolato a David un  luogo della sua città, Roma , o per  una allocazione più dignitosa del corpo di suo figlio.

E’  stata circondata dall’affetto e dalla assistenza  dei Paracadutisti  sia dell’ANPDI di Roma  che  di  un attivissimo  gruppo   formatosi su Facebook, che  la considera   “madrina” degli eventi più significativi.  Ora veniamo al motivo di questo articolo:  l’occasione nasce  dallo scambio di   messaggi con la signora Annarita  , che aveva letto e riascoltato  una vecchia  intervista che   l’allora comandante del 183mo  aveva rilasciato  ad una radio nazionale e che noi avevamo riportato in rassegna stampa.

Il colonnello Tuzzolino  parlava dei risultati conseguiti dai suoi Uomini  e dalla Folgore. Erano davvero  tempi durissimi a Bala Murghab, ma la Folgore  riuscì a riportare a casa centinaia di Famiglie afgane, che erano scappate per le angherie dei talebani. La presenza del 183mo ,  forte, decisa, reattiva, li  aveva allontanati  di oltre 80 chilometri da quella  tribolatissima valle.

Addolorata, la signora  mi ha ricordato , però, che quando un Ufficiale perde anche solo un Uomo, non può parlare di  ottimi risultati.   Mi ha pregato di  farlo sapere a quel Colonnello, ora generale Tuzzolino.  Mi ha pregato di riferirlo ad Aquila 1. L’ho fatto perchè la  Mamma di un Soldato come David  ha diritto di  chiederlo.  Ma  so per certo che i destinatari del messaggio lo sapessero, perchè ho avuto modo più volte di   parlargli  anche in passato, nei periodi immediatamente  successivi  alla morte di David.

Ricordo di essere stato  a Bala Murghab   qualche settimana dopo  quel drammatico giorno , ed  altre volte in seguito.  Ho trovato, sul  muro principale della Base Alan Todd dove  erano   attendati dentro una fabbrica semidistrutta,   un angolo  dedicato a David, voluto da quel Comandante  che era orgoglioso di quanto fatto dai suoi uomini  e davanti al quale ogni reparto   si soffermava per dedicargli onori .

Una madonnina, un rosario,  una foto di David dietro  una teca di vetro e  la poesia/canzone “avevo un camerata”, per   riflettere e pregare per quel bel paracadutista d’ Italia.

La signora  Lo Mastro mi ha ricordato  che l’ obbiettivo  di un comandante  è che nessuno deve rientrare avvolto  nel tricolore, altrimenti non c’è alcun “ottimo risultato”.

Per David, e per i tanti commilitoni più fortunati di Lui ,  il coraggio era,  ed è,  nel  proprio DNA e  David, ne sono sicuro, non avrebbe rinunciato a partire, nè  avrebbe rinunciato a combattere.
In quella missione e “quel giorno” , disse il Suo comandante nella immediatezza della sua morte, David   era uno dei migliori Soldati sul campo.

La scelta della Folgore è stata per Lui assai  faticosa e mortalmente  pericolosa.

Ho  sentito dire da alcuni suoi commilitoni, con   consapevole  lucidità:  “se devo morire da Paracadutista , che sia in combattimento”.

Sono certo che  David la pensasse  così,  a giudicare dal suo stato di servizio, dai suoi comportamenti in combattimento  e dalla stima che raccoglieva  soprattutto dai Superiori in grado.
Conoscendo bene tanti soldati del 183mo , ho potuto verificare che il loro comandante era capace ed autorevole. Ricordo un bellissimo regalo che i suoi uomini gli avevano fatto per il compleanno. Una tavola dipinta ( bene) a mano che raffigurava la carta universale: il jolly. Il comandante veniva chiamato “the jocker” , il jolly, per come era di fianco a loro, anche in azione.

E’ qui che le strade dei Figli si dividono da quelle dei genitori: nelle  scelte  difficili della vita.   Misteriose e dolorose. Anche a me è capitato di fare scelte  pericolose, il cui esito   negativo avrebbe fatto sprofondare  di dolore i miei cari, ma le ho fatte.

E’ qui  che provo imbarazzo  ricevendo dalla signora Annarita l’invito ad essere meno accondiscendente con  la istituzione militare, più critico . Ha ragione, ma chi sta dentro l’Istituzione militare oppure chi ne ha fatto parte o ne vorrebbe far parte,   la accetta.   David continua a “far bene” il Soldato  ogni volta che  qualcuno rilegge la motivazione della medaglia  d’ argento al valor militare.

Le istituzioni sanno   che la  Famiglia  lamenta la mancata concessione della Medaglia d’Oro  e so che  si tratta di  materia  dove  l’esame   del caso non deve essere “tecnico” ma etico.

Di sicuro David,  per noi  paracadutisti in congedo,   è  Medaglia d’Oro.  So che la signora  Annarita voleva di più dal nostro giornale, ma  noi   paracadutisti siamo  fatti così: accettiamo il rischio e sappiamo che  quando si va  in zone  belliche, il destino è in agguato.

Vorrei dedicare al paracadutista David Tobini  un pensiero  commosso, e alla  Madre la nostra ammirazione  e riconoscenza perchè ci ricorda  i nostri doveri.

 

 

 

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