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Pubblicato il 03/01/2023

SAHEL – IL BURKINA FASO ESPELLE L’AMBASCIATORE FRANCESE

Il ministero degli esteri ha comunicato ieri che la giunta militare del Burkina Faso ha espulso l’ambasciatore francese,a conferma dell’ondata di sentimenti anti-francesi. Contemporaneamente le autorità stanno intensificando i rapporti con la Russia.

Il portavoce del governo Jean-Emmanuel Ouedraogo ha confermato all’Associated Press che all’ambasciatore Luc Hallade è stato chiesto di lasciare il paese senza fornire ulteriori dettagli. L’ambasciata francese ha rifiutato di commentare.

Dopo il Mali, che ha ingiunto alle forze occidentali e ONG di lasciare il paese, anche il Burkina sembra voglia seguire la stessa strada, aumentando la instabilità del Sahel, che è una fascia arida che si estende per migliaia di chilometri lungo il confine meridionale del Sahara. La situazione è precipitata dopo la rivoluzione del 2011 in Libia e la rivolta del 2012 in Mali. Anche il Burkina Faso da quattro anni è travolto da fenomeni terroristici e banditeschi.

Il conflitto transfrontaliero coinvolge forze governative, gruppi di insorgenza armata, cellule terroristiche e attori internazionali. L’insorgenza armata in Mali, Burkina Faso e Niger mette sempre più a rischio la sopravvivenza dei governi Il Sahel si appresta dunque a diventare un campo di battaglia fatto di attori di diversa natura che approfittano del caos politico e istituzionale per realizzare i loro interessi a breve termine a discapito della stabilizzazione politica della regione.


Nel frattempo le forze occidentali, alcune della quali in ritirata dal Mali ( Svezia, Germania e Francia), stanno rinforzando in Niger le loro basi operative per addestrare le forze locali al contrasto del terrorismo, del contrabbando e della tratta di esseri umani. L’Italia è presente con la missione MIBIN, dove anche la Folgore ha partecipato all’addestramento di battaglioni di paracadutisti nigerini.

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