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Pubblicato il 23/06/2016

SICUREZZA INFORMATICA E LIBRO BIANCO DELLA DIFESA

Il Libro bianco della Difesa si propone – tra gli interventi di programma- di ristrutturare la catena di comando creando un vice comandante per le operazioni che sarà il numero 2 del capo di Stato maggiore della Difesa e che avrà la responsabilità non solo del Comando interforze per le operazioni speciali, ma anche del Comando interforze per le operazioni cibernetiche.
Entro un anno sarà operativa questa ultima nuova area di coordinamento. –

Il fronte della sicurezza informatica sarà sempre più determinante anche per l’Italia per proteggere segreti militari e industriali, entrambi quotidianamente sotto attacco da parte di pirati informatici di vari Paesi, sia su quello della lotta al terrorismo internazionale.

Il necessario coordinamento fra le forze armate e le altre strutture nazionali della difesa informatica verrà inizialmente affidato al capitano di vascello Maurizio La Puca, in servizio allo Stato maggiore della Difesa, che ha dichiarato in un seminario le sue linee guida: l’organizzazione, il personale e la sua formazione e la tecnologia, ovvero “i tre pilastri, di questa fase iniziale”.

Il comando vuole realizzare innanzitutto una capacità operativa per supportare le forze durante le operazioni. Tutto l’apparato militare ha una componente tecnologica che inevitabilmente deve essere protetta e quindi il comando informatico si occuperà di gestire queste operazioni di supporto ai contingenti in diverse aree.
Ulteriore obiettivo è di “portare dentro il comando tutta l’organizzazione della difesa cibernetica a favore del sistema Paese”. Ciò significa che il nuovo strumento “si integrerà completamente con la struttura organizzativa di difesa informatica nazionale”, come il Cnaipic (Centro anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche) della Polizia postale o, nell’ambito dell’Agenzia per l’Italia digitale della Presidenza del Consiglio, il Cert nazionale (Computer emergency response team) e il Cert Pa per la pubblica amministrazione.
Difficile per ora stabilire quanti militari saranno impegnati, ma “stimiamo che nel giro di 12 mesi il primo nucleo operativo del comando sarà attivo”.

In una seconda fase le Forze armate potrebbero svolgere anche una funzione di attacco cibernetico, sulla linea degli altri eserciti mondiali. Il neo comandante La Puca precisa che “serve avere l’autorità di poter svolgere questi compiti e questa autorità deve discendere da un quadro normativo che ci autorizzi”.

Il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi ha indicato i principali aspetti tecnici che la normativa dovrà affrontare: “Le difficoltà di attribuzione degli attacchi e delle relative responsabilità, lo status giuridico degli operatori cibernetici, la definizione del principio della proporzionalità tra offesa e difesa in questo ambito, la potenziale confusione tra crimini informatici e atti di guerra”. Aggiunge Rossi: “la Difesa è impegnata su un duplice fronte: da un lato garantisce il proprio contributo alla sicurezza nazionale inserendosi nell’organizzazione che fa capo alla Presidenza del Consiglio, ma dall’altro lato ha la specifica esigenza di sviluppare la capacità di pianificare e condurre Oparazioni di Network informatico sia in Patria che a supporto delle operazioni al di fuori dei confini nazionali”.

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