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Pubblicato il 17/02/2015

TRENTO – MOLOTOV CONTRO LA CASERMA BATTISTI DEGLI ALPINI

 TRENTO. «Un vile gesto intimidatorio». Con queste dure parole il ministro Roberta Pinotti è intervenuta sull’attentato alla Cesare Battisti. Il ministro della Difesa ha «condannato il gesto compiuto da ignoti che nella notte hanno lanciato materiale incendiario contro una caserma degli alpini a Trento». Lo si legge in una nota della Difesa, in cui si spiega che «l’atto vandalico ha provocato lievi danni a un mezzo militare custodito all’interno della Caserma Battisti nel capoluogo trentino». Il ministro ha espresso, inoltre, la propria vicinanza all’Esercito Italiano e, in particolare, al personale della caserma. «Si tratta di un vile gesto intimidatorio – ha detto Pinotti – nei confronti di militari, Alpini dell’Esercito Italiano, che ogni giorno svolgono con passione e generosità il proprio dovere: a loro rivolgo la mia solidarietà». Alla Battisti è arrivata anche la vicinanza dell’Anpi e dell’onorevole Ottobre. Entrambi condannano durante l’atto vandalico.
TRENTO Un boato e poi una fiammata nel cuore della notte nel cortile della caserma Cesare Battisti che ospita i militari del secondo reggimento genio guastatori. Un attentato, su questo non ci sono dubbi, che per fortuna ha avuto conseguenze limitate. Le fiamme infatti hanno solo danneggiato un camion dell’esercito e non sono riuscite ad attecchire sugli altri mezzi. L’allarme è scattato alle 4 della notte fra domenica e lunedì e sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Trento che nel giro di poco tempo hanno avuto ragione delle fiamme. Più lungo sarà il lavoro dei carabinieri che dovranno cercare di dare un nome e un volto a chi ha tirato le bottiglie incendiarie. Di queste sono stati ritrovati alcuni pezzi di plastica che forse potranno essere utili per ricavare qualche informazione. Fino a questo momento non ci sono state rivendicazioni del gesto e quindi le indagini sono ad ampio raggio. Ma certamente fra le ipotesi di lavoro non può mancare quella anarchica. Che contro l’Esercito avevano già fatto sentire la loro voce nel 2011. Era una notte di gennaio quando ignoti (e tali sono rimasti) erano entrati nell’officina Maranelli di Rovereto e avevano cosparso un normale camion da cava (ma dell’Esercito) di benzina che era in riparazione. Era bruciato assieme ad altri due mezzi. Ma torniamo a quello che è successo nella notte fra domenica e lunedì. In base ad una prima ricostruzione chi ha agito si era preparato bene. E ha usato due bottiglie da mezzo litro pare di plastica riempite per tre quarti di benzina. E quindi un pezzo di stoffa usata come miccia. Le bottiglie sarebbero state messe in uno zaino in modo da poterle lanciare in contemporanea all’interno del cortile, sul lato sud della caserma. Il botto – non si esclude che possa anche esser stato acceso un petardo – ha svegliato sia i militari che i residenti della zona. E poi il bagliore ha fatto scattare l’allarme. Come detto fino a questo momento non ci sono state rivendicazioni e i carabinieri stanno setacciando anche le telecamere della zona nella speranza di avere qualche indizio utile. Condanna per quanto successo è arrivato dall’Anpi («Siamo preoccupati – scrive Schmidt – del ripetersi di atti di violenza similari che tengono a colpire le istituzioni repubblicane, in un clima più generale di disagio sociale dove il fanatismo religioso, etnico e politico fomentano odio razziale, violenza e scenari di guerra come quelli che stiamo vivendo tragicamente») e dal deputato Mauro Ottobre («Condanno fortemente questo gesto spregevole sperando che chi ha commesso questo atto vandalico venga scoperto al più presto»).

 

 

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