OPINIONI

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Pubblicato il 27/05/2013

CHE LAVORO FA LA DOTTORESSA DE ANNA

di Walter Amatobene

La coraggiosa funzionaria dell’organizzazione internazionale per le migrazioni, Barbara De Anna, rimasta gravemente ferita dopo un attacco talebano nel quartiere Shar-e-Naw a Kabul che ha causato 4 morti e 14 feriti, è stata trasferita dall’ospedale militare americano di Bagram all’ospedale militare di Ramstein, in Germania, a causa della gravità delle sue ustioni.

Dichiaro subito la mia sincera ammirazione per il coraggio della Dottoressa De Anna e la vicinanza a Lei ed ai suoi familiari, per il calvario che stanno passando a causa delle gravissime ferite riportate a Kabul: ho appreso che la attività della dottoressa De Anna l’ha portata nei posti più difficili del mondo, compresa Kabul, concretizzando col lampo di una bomba quel pericolo che ha voluto correre coraggiosamente. Anche se qualche suo collega viaggia con gipponi e aria condizionata, di Lei mi risulta fosse una donna di prima linea, senza birignao.

La Dottoressa De Anna si trovava negli uffici OMI di Kabul come funzionaria della Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). L’ONU ha gli uffici poco più avanti,nella stessa strada, così come la UNHCR
Ammetto che da qualche tempo sono molto attento,guardingo direi, alla struttura delle “ong”(organizzazioni non goverative): la storia delle due Simone mi aveva profondamente deluso e da qui il mio proposito di conoscerle meglio.
Durante alcuni viaggi di lavoro ho avuto modo di verificare che molti dei loro conducono una vita con da diplomatici, inclusa la sicurezza. Non era il caso della dottoressa De Anna, che è stata facile bersaglio dei terroristi. Per correttezza ammetto che è sempre disagevole e pericoloso lavorare in quei paesi e non biasimo chi cerca di darsi condizioni di vita accettabili per fare un lavoro che io non farei.

La “organizzazione” OIM lavora per l ‘ONU.

Dal loro sito apprendo che si occupa anche di assistere i migranti, i profughi, per farli rientrare nei loro paesi. Fanno anche campagne pubblicitarie per migliorare la immagine dei profughi nei paesi dove sono andati a vivere. I numeri pubblicati sul loro sito riguardano gli uffici nel mondo (460 in 100 paesi, con 6900 dipendenti). Non sono riuscito a sapere quanti migranti hanno assistito e rimpatriato, nè quanto spendono. Mi accorgo , per conoscenza diretta degli organismi ONU, che molti dei loro compiti dovrebbero o potrebbero essere assolti dalla UNHCR. Quest’ultima è la organizzazione dove ha fatto la propria carriera internazionale la nostra Presidente della Camera, dssa Boldrini.

La OMI fornisce in Italia anche l’assistenza per i ricongiungimenti familiari dei migranti, che sono il 25% del totale degli ingressi.

Meglio capiremo gli effetti del rincongiungimento quando andrà in vigore la legge sul diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia. Da quel momento mi attendo centinaia e centinaia di immigrate incinte imbarcate sulle barche per raggiungere l’Italia. Facendo nascere il bambino in Italia avranno diritto a rimanere sul suolo nazionale e chiamare anche il Padre, sperando che non sia quadeista dormiente, pronto all’uso. L’OMI dovrebbe aiutarli.

Come sapete, già ora l’arrivo con i barconi non è più “immigrazione clandestina”, ovvero nascosta, perché ogni natante ha il suo costosissimo telefono satellitare e si premunisce di chiamare i soccorsi italiani, consentendogli di giungere sempre tempestivamente e massicciamente. In questo modo potranno godere di assistenza, formulare richiesta di asilo, ottenere alloggio e vitto per 180 giorni e successivamente -in moltissimi casi- ricevere la “liberazione” con foglio di via senza accompagnamento forzato a casa, per mancanza di uomini, fondi e mezzi, tutti impiegati per il soccorso.

C’è tutto un mondo intorno, dicevano i Matia Bazar, che “mangia” ogni giorno, aggiungo.

Peccato che a rimetterci talvolta siano giovani e coraggiose funzionarie come la dottoressa De Anna, che in buona fede svolgono missioni pericolose mettendo a rischio la propria vita.

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