OPINIONI

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Pubblicato il 23/03/2016

Terrorismo e italiche recriminazioni: sono davvero utili?

di Vincenzo Di Guida

Dopo i gravissimi fatti di Bruxelles, come spesso accade a seguito di fatti del genere, iniziano le recriminazioni.

Alcuni sostengono ci vorrebbero più operatori di polizia e meno operatori militari e di intelligence (si arriva, addirittura, a screditate la preparazione dei militari).

Innanzi tutto non é vero che siamo del tutto impreparati. Per una minaccia che va a segno, sono molte quelle che si riesce a parare. Inoltre, non fosse altro per un fatto etico, è inopportuno (ma anche sostanzialmente inutile) speculare su tali fatti tanto gravi sia pure per un mero, quanto legittimo, scopo sindacale di campanile.

Insomma, la solita guerra dei poveri che vede una parte contro l’altra piuttosto che tutti insieme in un sinergico sforzo comune.

Piuttosto, è l’intero apparato della sicurezza (intelligence, militare, di polizia) che dovrebbe essere rafforzato e essere maggiormente sinergico.

Destinare qualche frazione di punto percentuale del PIL in più all’intero comparto, arruolare maggiormente con criteri che privilegino maggiormente la motivazione dei candidati (rendendo meno stringenti altri requisiti come la giovanissima età massima), curare maggiormente la preparazione operativa, vedere qualche uniforme in più per le strade (con buona pace dei soliti benpensanti e buonisti) casomai anche utilizzando le risorse delle forze riserviste (oggi sostanzialmente inoperose) e dei Corpi Ausiliari o istituire un Corpo di “Difesa civile” (casomai su base volontaristica) sul modello della Guardia Nazionale americana, incentivare e sostenere la ricerca e gli studi di intelligence, sono i tanti indispensabili ingredienti per l’unica ricetta possibile al fine di minimizzare il rischio che tali avvenimenti si ripropongano.

A tale riguardo, ad esempio, sembra assurdo che si assista allo spreco di non approfittare della professionalità e dell’esperienza del personale in congedo provvisorio che abbia dato disponibilità per eventuali richiami. Si tratta di elementi su cui lo Stato ha investito tempo e denari durante il loro periodo di servizio e che, spesso, in modo del tutto autonomo ed a proprie spese, intende mantenere un certo grado di addestramento (basta pensare a tutti i militari in congedo, oggi soci delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, che partecipano assiduamente ad eventi addestrativi e di allenamento). Tale personale, con costi minimi ed in tempi rapidissimi, ben potrebbe essere ricondizionato ed utilizzato, sia pure per scopi meramente di supporto.

Nella buona sostanza, piuttosto che recriminare, bisogna essere propositivi e rimboccarsi le maniche concretamente.

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