OPINIONI

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Pubblicato il 09/08/2016

OLIMPIADI: VERI ATLETI . VERI MILITARI ?

Il Dente Avvelenato

Che bello vedere i nostri atleti “militari” sul podio.
Che bello vedere l’Italia che si piazza.
Che bello vedere il tricolore che sale e gli occhi ed i volti sorridenti di questi giovani che ci rappresentano.

Per la legge del “tu sai che io so che tu sai” , faccio finta di credere che sul podio vi siano davvero militari, anche se mai hanno fatto un alzabandiera alle otto del mattino o frequentato il RAV.
Molti di loro non hanno mai toccato un’arma, probabilmente.
Parlo degli atleti agonisti di livello nazionale ed internazionale di ogni corpo, arma e specialità, non solo Esercito. I singoli reparti li presentano come propri, mentre tutti sappiamo che vengono “arruolati” per consentirgli di allenarsi a spese del Centro sportivo delle singole Armi.

Lo fanno tutti, nel mondo. Sappiamo anche che molti atleti, dopo gli allori, si congedano e cominciano a far cassa con le sponsorizzazioni. Non solo in Italia.

Se credete che i paracadutisti siano atleti con lo zaino ed il fucile, come dice il Generale Bertolini per sottolineare le caratteristiche fisiche che deve avere un combattente, sarete d’accordo nel dire che tutti i soldati, per la tipicità del loro “lavoro”, dovrebbero essere “ginnici”.
Così non è, a giudicare dalla dilagante tendenza al sovrappeso di tantissimi giovani con le stellette oppure da una forma fisica che per molti… beh ”basta guardarli”.

Non dico altro. E’ forse questo il motivo degli arruolamenti di atleti che diventano indirettamente “professionisti”?
Perchè non ne abbiamo “in casa”?

Il centro sportivo SMD, che dovrebbe rappresentare il risultato di severe selezioni tra tutti i militari, per individuare i migliori, quando si tratta di vincere “ingaggia” atleti che con la vita militare hanno poco in comune. Mi viene in mente Alberto Tomba. Chissà perchè.

Questi bravissimi giovani – grazie ai quali il tricolore primeggia- nulla hanno a che fare con la vita con le stellette:
non provengono da veri reparti, non sono stati segnalati né scelti dai loro comandanti. Non sono di esempio nei Reggimenti, perchè , in fondo, non appartengono a nessun Reparto e non “sentono” alcuna tradizione.

In altre parole – e lo dico con rammarico- non rappresentano DAVVERO le Forze Armate perché non sono il frutto di una selezione nazionale che attinga all’enorme “vivaio” rappresentato dalle Caserme, dove ci potrebbero essere di certo giovani promesse. Perlomeno si alzerebbe notevolmente il livello atletico “medio”.
Utopia, lo so.
Dobbiamo adeguarci a quello che fanno tutti gli altri eserciti del mondo. Globalizzazione pure qui,
a cui -dicono- non possiamo (ma davvero non potremmo?) sottrarci.

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